venerdì 20 gennaio 2012

Milano milano...e 4! Odi et amo...

Milano è una città controversa: un po' la ami, un po' la odi.
E' una città che entusiasma, per le mille cose che ha da offrire, ma può anche spaventare, proprio perchè nel marasma di eventi, luoghi, occasioni, persone, possono mancare i punti di riferimento.
Personalmente, c'è una Milano che mi piace, e una che non mi piace.
Mi piace se penso alle Colonne di San Lorenzo nelle sere d'estate, al divertente caos di Piazza Duomo di giorno, e alla sua bellezza silenziosa di notte; mi piace perchè so che qualsiasi gruppo o cantante, prima o poi, un concerto qui lo fa; mi piace perchè posso trovare prticamente tutto, da un corso di ikebana a una squadra di curling, da un ristorante libanese ad una libreria dedicata unicamente allo sport; mi piacciono i tram, soprattutto quelli vecchissimi coi cartelli che dicono "vietato sputare", e mi piace ascoltare i discorsi delle sciure, quelli che cominciano con "ah signora mia..."; mi piace fare la pausa pranzo nei giardini Guastalla, seduta sull'erba a prendere il sole, mentre la città intorno a me continua la sua vita. 
E' una scoperta continua: per citare uno scrittore spagnolo studiato poco fa, "Milano non finisce mai"... (Detto tra noi, lo scrittore in sè era noiosissimo, però aveva buon gusto nello scegliere i titoli...)
Non mi piace, invece, la Milano che se la tira, quella dei "non sei sulla lista", quella che vede solo l'apparenza delle cose, quella del "non arrivo a fine mese ma pur di avere l'I-phone faccio anche i debiti".
Non mi piace la Milano che corre sempre, la Milano in cui quasi nessuno sorride, in balia dei soldi e delle mode.
C'è un luogo che sintetizza quanto di questa città non mi piace: via Montenapoleone.
Mamma mia.
Orticaria. Ma forte.
In questi giorni, putroppo, per la sopracitata via ci sono passata più volte, dato che ho passato alcune mattine in un archivio storico lì vicino, a lottare con manifesti degli anni '40 grandi più o meno come me...Ma questa è un'altra storia...
La mattina, verso le 9.30, la situazione in Montenapoleone è anche piacevole. C'è poca gente, per lo più corrieri espresso che fanno le consegne, filippine che vanno al lavoro, famiglie di mafiosi russi che fanno shopping da Gucci e Louis Vuitton (Non saranno proprio tutti mafiosi, però che siano russi son sicura: vanno in giro in camicia E BASTA col freddo che fa... fate voi...)... e poi arrivo io, uno zombie che tossisce e si soffia il naso ogni 2 minuti e mezzo (non sono stata proprio benissimo settimana scorsa..), col suo giubbino viola melanzana e gli stivali da grande freddo...
Il brutto viene dopo, all'ora di pranzo: io faccio la strada in senso opposto e ho sempre la stessa sensualissima mise, con in aggiunta un paio di kg di polvere sparsi su tutto il corpo e un paio di pacchetti di fazzoletti in meno in borsa... ma la via è totalmente cambiata: piena piena piena di gente, che sciama da una parte all'altra. Ci sono le sciure della Milano bene che vanno a comprarsi l'ennesimo paio di costosissime Prada, i giapponesi che girano per saldi e lanciano gridolini di gioia perchè Armani fa lo sconto ben dell'8% sulle cinture, i manager che parlano fitto fitto di affari-soldi-investimenti-titoli-"e meno male che quest'anno non sono andato a Cortina ma in Kenya, se no erano cazzi", i commessi dei negozi che ti squadrano... Quest'ultima, ad essere sincera, è la categoria che tollero meno: lavori da Prada, embè? Credi sia un motivo sufficiente per guardarmi dall'alto in basso? E' l'emblema di quello che dicevo prima, l'apparenza e i nomi valgono su tutto, anche quando la sostanza è far provare scarpe alla gente. Gonfiare, esibire, ostentare: le parole d'ordine diventano queste.
No, questa Milano proprio non mi piace.
In quei giorni c'era un cielo stupendo, di quelli che si vedono solo qualche volta in estate: la popolazione di via Montenapoleone se ne sarà accorta?

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