lunedì 24 dicembre 2012

Christmas with the yours...

Sono tre mesi che non scrivo nulla.. Chiedo venia, ma il mio Master mi assorbe tempo ed energie, e la sera non ho nemmeno le facoltà mentali necessarie per coniugare i tempi verbali, figuriamoci scrivere un post!
Diciamo che da ottobre ad oggi sono stata praticamente in apnea...
Anzi, in un frullatore.
O meglio ancora, in apnea in un frullatore.
Tante cose da fare e da imparare, scadenze che si accavallano, mmmille persone intorno a cui dar retta, una casa che sembra un porto di mare, le prime manie da casalinga disperata che (ahimè) iniziano ad impossessarsi della sottoscritta... Insomma, non c'è tempo per annoiarsi, ma nonostante un po' di stanchezza fisiologica sono contenta, sto bene e inizio a sentirmi un po' "a casa" anche nel profondo nord-est...
Userò queste vacanze di Natale per riposarmi e per stare un po' con gli amici e la famigggghia, che qui il tempo è poco e bisogna ottimizzare, razionalizzare, programmare!
Approfitto dunque di questo momento di calma per scrivere: evento più unico che raro in questi giorni, dato che sono "già" sveglia,  Madre non ha ancora detto la fatidica frase "bisognerebbe andare a comprare due cose al supermercato....." (notate bene che è il 24 dicembre e che per entrare all'Esselunga servono elmetto e sfollagente) e non devo correre come una matta per fare i regali dell'ultima ora (e NON perchè sono stata brava e li ho già fatti, ma perchè quest'anno proprio ME NE SONO LAVATA LE MANI, da persona orrenda quale sono!). Lasciamo stare il fatto che il telefono continua a squillare ininterrottamente da stamattina (e non è mai per me, ovviamente), ma dopo l'esperienza come receptionist gestisco le chiamate in tempi record.
Colgo l'occasione per farvi i miei auguri di Natale, prima che le linee telefoniche si intasino per via delle migliaia di sms, che Whatsapp smetta di funzionare (che novità...) e che la timeline di Facebook venga invasa da frasi e foto tutte uguali...

Tanti auguri a chi mi vuole bene nonostante tutte le mie paturnie, a chi mi apprezza per come sono convivendo col mio caos mentale...
Tanti auguri alla mia numerosa, rumorosa, caotica famiggghia, e tanti auguri ai miei amici vicini e lontani, vecchi e nuovi, perchè almeno a Natale posso dirvi che vi voglio bene senza sembrare troppo smielata...
Auguri alle persone col cuore di panna e a chi, invece, ha il cuore di ghisa, o almeno così dice...
Auguri a chi dice che l'amore non esiste (soprattutto dopo il terzo spritz) e a chi, come la sottoscritta, si innamora ogni quarto d'ora...
Auguri a chi affronta la vita con un sorriso, a chi vive nell'ansia e a chi è sempre di corsa anche se non si capisce bene dove stia andando.
Auguri a chi ha le idee chiare sul futuro, e auguri anche a chi non ha chiaro proprio un bel niente...
Auguri a chi sta lavorando durante le feste, e auguri a chi gode il meritato relax.
Auguri a chi lotta da stamattina contro l'anatra ripiena, i cannelloni, i panzerotti, i maledetti ravioli fatti in casa che sembrano moltiplicarsi nella notte... e a chi invece "cazzomene, vado al ristorante!".
Auguri a chi si sta mettendo in ghingheri e auguri a chi vorrebbe passare le feste in tuta, come me medesima...
Auguri a chi festeggia al caldo, a chi si trova già tra la neve, a chi invece guarda fuori dalla finestra e vede il grigio delle città...ma grazie alla lucine colorate, si affronta anche quello!
Auguri a chi troverà sotto l'albero un regalo desiderato da tanto, a chi riceverà il solito bagnoschiuma/sciarpa/maglione con le renne/cesto natalizio e a chi invece verrà sorpreso con tanto di effetti speciali... (NIENTE auguri a chi invece ricicla i regali ma non ne è capace... cribbio, certe cose vanno fatte con metodo, m-e-t-o-d-o! Principianti....)
Auguri a chi stasera andrà a Messa, con la panza piena e un principio di abbiocco, e auguri anche a chi starà a casa a sfondarsi di spumante e panettone con gli amici (io, per la cronaca, farò entrambe le cose...ormai sono cintura nera di Notti di Natale...).
Auguri a tutti, ma veramente tutti...
Si dice che a Natale si è tutti più buoni... beh, se proprio non ce la fate ad essere buoni, provate almeno ad essere meno rompipalle del solito!

Love u!



lunedì 29 ottobre 2012

...e i pensieri del sabato sera...


Treviso, sabato sera. Dopo una settimana piena e una giornata “intensamente divertente”, sono sola nella “mia” casetta, col pc sulle gambe e la coperta avvolta addosso, a lottare col raffreddore e col mal di gola che ha deciso di farmi visita. Dovrei studiare, lo so, ma stasera proprio non ce la feis…

Ho visto un film, ho frignato senza dignità di fronte alle storie d’amore e di vita altrui, e mi sono poi messa a rileggere delle vecchie cose che avevo scritto anni fa, che casualmente avevo sul pc… mi è capitato sotto gli occhi un pezzo del 2008 e… beh, devo dire che me la cavavo con le parole!

Avevo scritto un resoconto delle mie giornate, delle corse quotidiane tra università, Centro Essere, scout, amici… e avevo concluso con una riflessione che, ancora adesso, riesce a strapparmi un sorriso e a farmi inumidire gli occhi… La riporto:

 

“…nonostante questo però sono felice, davvero, perchè riesco a godere delle piccole gioie che la mia quotidianità mi riserva: la gente di solito tende a sminuirle, aspettando che accada chissà quale avvenimento epocale per poter dire di essere "felice"...e ovviamente non succede mai nulla...

io invece ho deciso di dar loro il peso che meritano: c'è una poesia che mi piace un sacco che inizia così

 

E crescendo impari che la felicità non e' quella delle grandi cose.
Non e' quella che si insegue a vent'anni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi...
La felicità non e' quella che affanosamente si insegue credendo che l'amore sia tutto o niente,...
non e' quella delle emozioni forti che fanno il "botto" e che esplodono fuori con tuoni spettacolari...,
la felicità non e' quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.
Crescendo impari che la felicità e' fatta di cose piccole ma preziose....

 

io non avrei saputo esprimere meglio quello che penso...io sono felice quando esco con le mie amiche Galline, quando ridiamo per delle scemenze e quando parliamo di cose serie...

sono felice quando vedo la mia famiglia riunita e penso che, forse, il peggio è passato...sono felice se penso alle nuove amicizie e alle persone che poco a poco stanno diventando speciali...

sono felice quando apro il freezer e trovo i gelati, quando spadello per un pomeriggio intero e mi sento dire che il cous cous che ho cucinato è buono, quando riesco a studiare "bene", quando guardo una partita di rugby, anche se la mia squadra perde e se non mettono in campo i miei "amichetti"... sono felice anche alla mattina appena sveglia, quando la radio passa gli AC DC e io mi lavo cantando a squarciagola "It's a long Way to the top" inventando la metà delle parole...

sono felice per una maglietta nuova, per un tramonto, per un bel film, per una chiacchierata sincera, per un album di vecchie foto, per la weiss media a meno di 3 euro il mercoledì....sono felice quando mi accorgo che lui mi guarda e... sì, sono felice anche quando non riesco a parlargli, perché vuol dire che mi piace davvero...

sono felice, quando penso che finalmente ho chiuso con le stampelle, le operazioni, le visite...sono felice se trovo il coraggio di mettermi un paio di pantaloncini corti dopo anni di jeans e gonne lunghe, se finalmente me ne frego di quello che possono pensare gli altri...

sono felice anche adesso, perchè sono soddisfatta di quello che ho scritto, anche se avrei dovuto usare questo tempo per ripassare filologia....

 

"...E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità."

 

Non ero malaccio, no?
 

 

sabato 15 settembre 2012

Ritorni e partenze

Dopo un'estate da zingara in giro per l'Italia, tra festeggiamenti di laurea e compleanno, nuovi amici, sole, mare, cibo (tanto cibo!), montagne, gite cultural-motociclistiche e pensieri sul futuro, sono tornata alla base, ormai tre settimane or sono.
Piccolo momento autocelebrativo: sono stata in viaggio un mese portandomi solo un bagaglio a mano. Oh yeah... Stavolta però ho lasciato a casa Ugo (il mio fidatissimo zaino) e ho preferito usare un trolley, perchè "ormai sei laureata, sei grande, devi smetterla di comportarti come un maschiaccio" e bla bla bla...insomma, a 'sto giro Madre non me l'avrebbe perdonata! 
Comunque sia, la mia permanenza a casa sarà piuttosto ridotta, dato che tra qualche giorno partirò alla volta di Treviso, per frequentare il master in Strategie di business per lo sport a cui puntavo da tempo. Ebbene sì, mi hanno presa. E mo' sono cavoli loro, mi verrebbe da aggiungere...
Cretinate a parte, sono veramente felice di intraprendere questa nuova avventura; entusiasmo? Tanto.
Paura? Un po'.
Confesso di aver avuto qualche piccolo momento di ansia, e di aver avvertito un po' di senso di inadeguatezza... 
Come me la caverò a vivere lontana da casa per così tanto tempo? 
Avrò difficoltà coi corsi, avendo avuto una formazione umanistica?
Come saranno i compagni di corso? Saranno tutti dei mega-atleti e/o dei giovani manager rampanti e io farò la figura del Calimero della situazione?
Ma soprattutto: come farò a stare senza i miei amicici e i miei fratelli? E Madre e Baffino? 
Poi però mi sono data della cretina (ve l'ho mai detto che sospetto di essere bipolare??), ho cestinato tutti i possibili pensieri negativi e ho pensato solo che dovrò trarre il massimo da quest'esperienza, a livello di formazione ma anche, e soprattutto, a livello umano.
Sulla carta parto svantaggiata per una serie di motivi che non sto ad elencare ma, detto francamente, chi se ne frega: non è una gara, io vado lì per me stessa, per imparare cose nuove e per conoscere persone stimolanti, punto e stop. 
Me lo riprometto da sempre, ma ora è veramente giunto il momento di farlo: spengo la sezione del mio cervello incaricata di farmi venire le paranoie e mi butto nella mischia. 
Quel che sarà sarà.
Se voglio crescere devo uscire dalla mia "comfort zone", giusto?

Betta

ps. Blogger dice che La Zabetta è stato visitato più di 4000 volte... O è impazzito, o nel mondo ci sono molte più persone a conoscenza delle mie turbe mentali di quanto pensassi...


lunedì 9 luglio 2012

ringraziamenti di laurea..

E' finita, sono ufficialmente laureata-disoccupata!
Sono giorni abbastanza frenetici, per cui per i resoconti dettagliati dovrete pazientare un po'... per ora vi lascio i ringraziamenti, che ho incluso nella tesi circa un mesetto fa...ci siete più o meno tutti!
Taaaaaaaaanto amore per tutti!!!

ps. la prima parte dedicata ai prof è alquanto politically correct...come sapete la mia relatrice mi ha fatto penare un po'...ho ancora dubbi circa il fatto che abbia realmente letto la mia tesi! -.-
il mio correlatore invece era adorabile, peccato averlo conosciuto solo le ultime settimane!!!




Ringraziamenti



Con questa tesi si conclude ufficialmente il mio percorso universitario: mi sembra dunque doveroso ringraziare tutti coloro che mi sono stati vicini in questi anni, e in particolar modo in questi ultimi mesi.



Grazie anzitutto alla Prof. Canella, che mi ha seguita nella redazione di questo mio lavoro fornendomi sempre idee interessanti, e al prof. Del Corno, che ha gentilmente accettato di essere il mio correlatore.



Grazie al personale delle Civiche Raccolte Storiche del Museo del Risorgimento di Milano, della Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli e dell’Archivio Pirelli: ringrazio in particolar modo Gregorio Taccola e Manuela Zampolli, per la gentilezza con cui mi hanno aiutata nella mia ricerca e per l’interesse che hanno dimostrato nei confronti del mio lavoro.



Grazie ai miei genitori; a te mamma, per i tuoi consigli “zen” e il tuo sostegno, per aver gioito con me dei miei successi e avermi consolata dopo le piccole sconfitte: la prima telefonata dopo gli esami era sempre per te. Grazie per esserci sempre stata, nonostante tutti gli impegni, i pensieri, i problemi. Grazie a te papà, per l’aiuto pratico con le fotografie (meno male che c’eri tu!), per le coccole nei momenti di sconforto, per le sciate e i viaggi in moto nei giorni di relax; quando mi dicono che sono una “zingara” sempre in viaggio, io dico di aver preso da te, e lo dico con tutto l’orgoglio del mondo.



Grazie ai miei fratelli, Stefano e Luca: Lord Malvagio e Pottino, senza di voi la mia vita sarebbe infinitamente più noiosa! E’ impossibile rendere conto di quanto siate importanti per me, per cui mi limito a dirvi che non vi cambierei con nessuno, mai!



Grazie alla mia  numerosa e splendida famiglia: a zio Lello, per la sua saggezza e la sua ironia, e a zia Pia; a zia Franca, Emanuele, Luca, Daniele, Stefania e rispettive famiglie, per il supporto a distanza che, credetemi, si è sentito! Grazie a zio Michele, che da lassù, sono sicura, starà facendo un brindisi in mio onore.

Grazie a zio Armando, zia Annalisa, Alessandro e Davide, per le chiacchiere e l’allegria di sempre.



Grazie a Riccardo, per avermi insegnato a non prendermi troppo sul serio: tra alti e bassi, contro tutto e tutti, dopo più di tre anni siamo ancora “noi”; grazie ad Alfonso, Anna, Martina e Diana, la mia famiglia aquilana, per avermi accolta con affetto sin dal primo momento.



Grazie a Silvia, compagna inseparabile di questi cinque anni di “Unimi”: da quella prima fatidica lezione del primo giorno del primo anno non ci siamo più separate. Grazie per tutti i caffè, le chiacchiere, le giornate di studio matto e disperatissimo, ma soprattutto grazie per essere cresciuta insieme a me, Ami!





Grazie alla amiche storiche, Cate, Manu, Ila e Dia: stiamo diventando grandi, ognuna ha preso la propria strada, ma nonostante ciò so che potrò sempre contare su di voi, come ho fatto finora. Vi voglio bene!



Grazie a Gloria, soprattutto per l’ultimo anno di rock’n’roll, viaggi, caffè in chiostro, sfoghi, lacrime e risate: abbiamo provato a stare lontane, ma il destino, evidentemente, ci vuole insieme… E chi siamo noi per contraddirlo?!



Grazie alle mie zie adottive del Centro Essere, Mariuccia, Livia e Antonia, che in questi anni di studio mi hanno coccolata, ascoltata, sostenuta: siete state le mie “fan” numero uno!



Grazie agli amici, ma proprio a tutti: nominarvi uno ad uno è impossibile, perdonatemi! Grazie al gruppo “Ten da Sam”, perché siete degli adorabili cialtroni, e io non posso fare a meno di volervi un gran bene!



Grazie agli scout e ai quasi-scout, perché siete gli unici che mi fanno tornare il buonumore anche nei momenti peggiori, e sarete sempre una parte imprescindibile della mia vita: mi fermo qui, altrimenti rischio di dedicare un’altra tesi di 200 pagine solo a voi!



Grazie agli amici di qualità, che vedo poco ma di cui non potrei fare più a meno: Chiara, Domy, Giulia, Andre, Cambo, Mimmo.



Grazie al rugby, che mi salvata dai miei fantasmi dandomi una passione da coltivare e mi ha fatto conoscere delle persone splendide: in primis la mia Erika, fantastica compagna d’avventura, lontana geograficamente ma sempre nel cuore; poi tutte le altre chicas locas, dislocate in ogni parte d’Italia, che sono state una presenza costante durante i miei anni universitari; infine Matteo, il mio fratellone mancato.



Grazie ai docenti e ai professori che durante la carriera scolastica mi hanno realmente insegnato qualcosa, e non mi riferisco a semplici nozioni imparate a memoria; grazie a chi mi ha incoraggiata a inseguire i miei sogni, e grazie anche a chi ha tentato di ostacolarmi in vario modo, perché mi ha resa più determinata.



Dulcis in fundo, grazie ai miei nonni, Vincenzo e Luigia, persone semplici e coraggiose, che attraverso la loro storia mi hanno insegnato il valore del lavoro e della costanza; grazie alla mia nonna Antonietta, il mio carro armato con gli occhi blu, per essere l’esempio vivente del fatto che dopo ogni difficoltà, grande o piccola che sia, ci si deve sempre rialzare, senza mai arrendersi. L’ultimo grazie va a nonno Orfeo, che oggi sarebbe orgoglioso di me; grazie per avermi fatto capire, a modo tuo, l’importanza dello studio e della cultura, ripetendo sempre quel proverbio che suonava come una filastrocca, “chi studia tanto impara poco, chi studia poco impara niente”: da bambina non gli davo molto peso, ora, invece, penso proprio di aver capito.


martedì 19 giugno 2012

Treni, porti e ricordi

Ho inaugurato la mia stagione di zingarate estive: sono reduce da un intenso week-end in Liguria, ospite di una mia carissima amica.
In due giorni ho fatto di tutto e di più, visitando un sacco di posti, dormendo poco e passando, come al solito, dal diavolo all'acquasanta...
Ormai va così, nei fine settimana mi devasto e poi sfrutto la settimana per riprendermi.

 (Si si, lo so... "Goditela ora che puoi", "Quando lavorerai rimpiangerai tutto questo"... Mi hanno già fatto un esauriente decalogo di frasi ad hoc! State tranquilli, sono perfettamente consapevole del fatto che è una pacchia momentanea e irripetibile, per cui ho tutta l'intenzione di godermi la mia ultima estate da studentessa!)

Coooomunque...
Venerdì mattina, mentre ero in treno diretta a Savona, ho costeggiato il porto di Genova, e sono stata assalita da una serie di ricordi... Mi sono tornate in mente le estati della mia infanzia-adolescenza, quando partivo con tutta la famiggghia alla volta della Sardegna, con la Volvo carica fino all'inverosimile di valigie, asciugamani, pinne, borse frigo, e la musica dei Gipsy King a tutto volume... L'arrivo al porto di Genova, con la conseguente coda per imbarcarsi sul traghetto, costituiva l'inizio semi-ufficiale della vacanza.
Per me quei momenti erano la gioia pura.
Nonostante il caldo di luglio, la puzza di porto (perchè sì, esiste una "puzza di porto"), la cena in macchina a base di panini stantii e le litigate immancabili coi miei fratelli, io ero dannatamente felice. E serena.
Poche altre volte ho provato una sensazione simile.

Quelle ore costituivano il preambolo a tre settimane di mare, sole, amici, libertà di orari e spostamenti, cosa non scontata per una ragazzina di città come me. Come dice una pubblicità di non-ricordo-cosa, il piacere più grande sta nell'attesa del piacere stesso... Ecco, per me era così, anche perchè poi le tre settimane passavano in fretta e prima che me ne rendessi conto era già ora di tornare a casa, tra lacrime, promesse di andare a trovare gli amici e scorte alimentari in grado di sfamare il Darfur intero.

Ecco, mentre ero in treno pensavo a tutte queste cose, sorridevo tra me e me, e mi chiedevo... "ma dove diavolo sarà finita la cassetta dei Gipsy King???".

lunedì 11 giugno 2012

Il diavolo e l'acquasanta

Un week end in bilico tra diavolo e acquasanta...
Dopotutto, io sono fatta così.
Milano Rugby Festival da un lato, con la sua pioggia torrenziale, la birra a fiumi, i personaggi folli, gli incontri che non ti aspetti e tanto, tanto divertimento; dall'altro il saluto a due persone che non ci sono più, la prima messa di Gari (ma forse ora dovrei iniziare a chiamarlo Don Andrea...), i compagni del liceo, un po' di sana commozione e tante riflessioni sul tempo che passa e sulla mia paura di crescere.

Sabato sera mi sono ritrovata sotto un tendone mentre fuori infuriava la bufera, a cantare e ballare circondata da rugbisti alticci (ma non troppo molesti...), indossando un cerchietto natalizio con le corna da renna e bevendo birra come se non ci fosse un domani... Poi, poche ore dopo, ero seduta in chiesa, vestita elegante, ad assistere all'inizio della nuova vita di Andrea, pensando a quando eravamo al liceo, invidiando il fatto che avesse ben chiaro cosa fare "da grande" e ammirandolo per il suo coraggio.
Sono incoerente? Non saprei, non credo... In entrambe le occasioni ero felice di esserci, di essere circondata da quelle persone, di comportarmi come ho fatto. Sono io, semplicemente.

A fare da collante in questo fine settimana schizofrenico e a tratti folle, gli amici. Tanti, conosciuti in luoghi e tempi diversi, ma tutti speciali ai miei occhi: le mie compagne di merende, birre, lucertole-coccodrilli e abbracci, i miei colleghi di pranzi di matrimonio-ma-non-proprio, di grandi discussioni e di "cerchiamo di vederci più spesso che mi siete mancati"...
Siete la mia salvezza!

In tutto ciò, ho capito di avere un problema coi fratelli. Mi spiego: Andrea a fine messa ha fatto i ringraziamenti di rito; premettendo il fatto che ultimamente ho la lacrima facile, ho resistito quando ha ringraziato i genitori, i nonni, gli amici, ma quando ha ringraziato sua sorella sono scoppiata a piangere senza dignità, incurante del trucco e dei 15 minuti buoni spesi quella mattina per restaurarmi e per avere un aspetto decente. E' sempre così, quando vedo due fratelli che si vogliono bene mi emoziono, no matter what. Sarà che sono platonicamente innamorata dei miei fratelloni e che capisco il legame che si crea...
O sarà semplicemente che sto diventando una frignona!

venerdì 8 giugno 2012

libri libri libri...


Oggi ho deciso di fare outing: ebbene sì, esco allo scoperto.
Io LEGGO.
Ecco.
Io sono uno di quei personaggi buffi e in via d'estinzione che girano per il mondo con un libro cartaceo in borsa e, pensate un po', lo leggo anche.
Non sono tipo da Kindle o I-Pad. A me piace proprio l'oggetto-libro, adoro sentire la superficie della carta sotto le dita e, lo confesso, ho la brutta abitudine di annusare i volumi appena comprati, proprio dove le pagine sono rilegate tra loro, per sentire quell'odore inconfondibile di inchiostro, colla e cellulosa.
Io i libri li vivo proprio, li sottolineo, li rileggo... A volte scrivo anche della annotazioni o dei miei pensieri negli spazi bianchi, perchè... perchè si, punto. Il problema è ricordarsi dove ho scritto cosa, nel caso qualcuno mi chieda in prestito un libro! I miei amici sanno già che non ho tutte le rotelle a posto, ok, però se posso evitare di peggiorare la mia condizione è meglio...

A volte mi è stato chiesto perchè leggessi, e in particolare perchè leggessi romanzi... Potrei iniziare lunghi e complessi discorsi sulla teoria della lettura, tirando in ballo psicologia, sociologia, persino economia; in realtà, restringendo il campo, la risposta è una, e semplice: leggo romanzi perchè mi permettono di vivere un'altra vita, di vedere il mondo con gli occhi di qualcun'altro, almeno per un po'. Ogni romanzo è un universo a sè, e ogni narratore o personaggio costituisce un punto di vista diverso e originale.
E' un'occasione unica, se ci pensate: per quanto una persona possa fare esperienze pazzesche, surreali, incredibili, non potrà mai essere qualcun'altro, se non, appunto, attraverso la mediazione di una storia narrata.
Certo, è un meccanismo che si potrebbe produrre anche attraverso i film, ma non è la stessa cosa. Un film dura due, tre ore al massimo, e durante la visione ci sono mille elementi che ci possono distrarre, ricordandoci dove siamo, con chi siamo, eccetera.
Un libro invece richiede più concentrazione e tempi lunghi, anche fatica, se vogliamo: leggere un libro è un investimento, a ben vedere. Se riusciamo, però, a lasciarci coinvolgere, ecco che si apre una porta su un piccolo grande mondo, totalmente nuovo.

Rubando una definizione coniata da qualcuno molto più intelligente e celebre di me, possiamo dire che si tratta di educazione sentimentale: provando a metterci "nei panni di" altri individui, diversi da noi per sesso, età, nazionalità, epoca, possiamo aspirare ad una visione sempre imperfetta, ma magari un po' più completa, di ciò che ci circonda. Possiamo persino riuscire a capire meglio i sentimenti e i pensieri delle persone che ci sono vicine, proprio perchè ci siamo allenati coi personaggi delle storie che abbiamo letto.

Leggere, inoltre, ci aiuta ad essere meno egocentrici, ne sono convinta. Se non impareremo ad immedesimarci con altri personaggi, reali o fittizi che siano, continueremo a pensare, sbagliando, che il mondo sia solo ed esclusivamente come lo vediamo noi; continueremo a ritenere di avere sempre ragione, e resteremo convinti del fatto che il nostro modo di vedere la vita sia l'unico possibile.

venerdì 1 giugno 2012

Papi, parco e rock'n'roll

Il week end di reclusione forzata è giunto, alfine... No, stavolta non è colpa della tesi da finire in fretta frettissima, nè dell'influenza, nè della maratona di Glee (prima o poi vi parlerò anche della mia dipendenza da telefilm, che sta assumendo toni patologici...).
Niente di tutto ciò. A 'sto giro si sta a casa per via del Papa, pensate un po'...
Ebbene sì, il Family Day è alle porte, e Milano e hinterlad sono sotto assedio (battuta cretina letta su Twitter: "Milano è blindata per l'arrivo del Papa, ma si teme che riuscirà ad entrare lo stesso"... a me che ho i neuroni in sciopero ha fatto ridere!).
Insomma, tra vie chiuse, blocchi totali del traffico, mezzi di superficie bloccati e misure di sicurezza varie non si capisce nulla. Ad esempio, io stasera in teoria dovre andare in macchina in zona Cadorna: ce la farò? Devo farmi fare il passaporto? Devo chiedere un permesso in triplice copia al Ministero dell'Interno e firmarlo col sangue? Bah, vi farò sapere... (domanda legittima: ma proprio stasera devi andare fin lì?! Eh, avete ragione anche voi.... -.-) 
Comunque... Il mega evento del Family Day si terrà a Bresso, dalle mie parti, in un piccolo aeroporto all'interno del Parco Nord meglio conosciuto come Campovolo (per la cronaca: quando ero al liceo, d'estate, mi è capitato spesso di andarci di notte, con gli amici, per bere-cazzeggiare-suonare la chitarra-fare gli scemi. Il livello di sorveglianza era pari a zero, c'erano buchi nelle recinzioni grossi come il tunnel del Gran Sasso e nessuno ci ha mai detto nulla... bei tempi!).

L'altro giorno, presa dalla smania di bruciare qualche caloria in vista della prova costume, ho tirato fuori la Vecchia Betsy (la mia bici) e sono andata a farmi un giro al parco ("giro" che alla fine mi ha condotto in viale Jenner ed è durato 3 ore, ma questa è un'altra storia...). Pedala che ti pedala, sono passata anche dal Campovolo: ragazzi, you have no idea. Hanno messo su un carrozzone immenso! C'è un mega palco con tanto di finte vetrate colorate (roba che i palchi dei concerti di Madonna, al confronto, sembrano quelli delle band del liscio alla Festa dell'unità di Imbersago), centinaia di bagni chimici a perdita d'occhio, postazioni bar, prefabbricati per i tecnici audio, per il pronto soccorso e per la sicurezza, e, dulcis in fundo, un impianto audio che ciao proprio....
Per vedere meglio i lavori ho fatto una cosa che volevo fare da anni... ho parcheggiato la bici, mi sono avvicinata alle transenne e mi sono piazzata tra due pensionati, assumendo la posizione standard: mani dietro la schiena, bacino in avanti, sguardo fisso e smorfia di disapprovazione. (Adoro. Ho capito che da grande voglio fare il pensionato. No, non la pensionata, perchè poi mi toccherebbe fare la pasta fatta in casa, organizzare la tombola in parrocchia e i corsi di acquagym: che sbatta. No no, io voglio proprio fare il pensionato, che guarda gli operai lavorare e si sposta da un cantiere all'altro con la graziella tutta scassata. Devo al più presto migliorare la mia dizione del dialetto..."Se fa minga inscì!")
Il fatto che ci fossero dei giovani pompieri a torso nudo che controllavano gli impianti non ha minimamente influenzato la mia decisione di fermarmi... no no...

Insomma, una roba mega-galattica, senza contare tutti i lavori "extra" che sono stati fatti, come riasfaltare le strade, creare dal nulla rotatorie e aiuole, piantare nuovi alberi... Tutte cose utili e belle per la città, per carità, ma bisogna aspettare il Papa per fare 'sti lavori??? Adesso per sistemare le voragini che ci sono per le strade dobbiamo aspettare una visita di Obama? O una delegazione degli alieni?  A me queste cose fanno salire un nervoso... Perchè se i cittadini chiedono delle migliorie si impiegano mesi per avviare le pratiche, e se invece c'è un evento come questo si smuovono mari e monti in poche settimane?? Che poi, se le strade sono disastrate il Papa manco se ne accorge, le sospensioni della mia macchina invece sì... (In tutto ciò, comunque, vorrei dire che a fine giugno arriva a Milano il Dalai Lama, e non se lo sta filando nessuno... Non solo, ma l'hanno spedito a Lampugnano al palazzetto: andò alla conferenza del 28 giugno, poi vi saprò dire com'è la situazione..)

Sono stati spesi fiumi di inchiostro per parlare dei costi di questo evento, per cui evito di soffermarmici anche io... Faccio solo notare due cose: la prima è che alle spese non corrisponderanno dei guadagni, visto che i negozi della zona dovranno rimanere chiusi, le pompe di benzina sono state svuotate da una settimana, non si terranno i mercati cittadini, eccetera eccetera.(Gli unici a guadagnarci, a quanto pare, saranno i vigili urbani di Milano, a cui daranno circa 600 euro per il solo week end di lavoro straordinario...Ai vigili di Sesto, Bresso e company invece no: poi uno non si deve incazzare...) La seconda è che le misure di sicurezza dovrebbero essere valutate con più criterio: le mie solite fonti attendibili mi hanno detto che sono stati sigillati migliaia di tombini e chiusini. E se piove? Qualcuno ha pensato al fatto che magari potrebbe esserci qualche problema? Magari Ratzy ce la fa, ma io ancora non sono capace di camminare sulle acque!

Insomma, con tutto 'sto casino spero solo che non ci siano problemi per le persone che parteciperanno all'evento... che almeno loro ne siano soddisfatti!
Io ho partecipato spesso a grandi eventi, concerti, partite, raduni scout  nazionali o altro... Sicuramente i cittadini dei luoghi che ci hanno ospitato si saranno lamentati per gli stessi identici motivi.  Il Family Day si può condividere o meno, così come si può essere cattolici o no, però pensiamo per un attimo a quando siamo noi dall'altra parte. Vi faccio un esempio, nel 2006 sono andata al concerto al Campovolo di Ligabue, è stato un evento immenso e Reggio Emilia è rimasta bloccata per un paio di giorni: io mi sono divertita un sacco, ma magari gli abitanti no...magari erano pure fan di Vasco, per dire... ;)
Oppure, quando ci sono le partite in casa del 6 Nazioni c'è mezza Roma nel caos... e non tutti seguono il rugby... O ancora, provate a chiedere a un newyorkese obeso e sport-repellente cosa succede nei giorni prima della maratona... Insomma, a volte le rotture di palle le subiamo (tipo in questi giorni), a volte, invece , la rottura di palle, inconsapevolmente, siamo noi!
E' una ruota che gira, armiamoci di calma zen e portiamo pazienza... dopotutto sono solo 3 giorni!

In tutto ciò ieri la mia mente turbata ha elaborato un'idea utopica: sarebbe figo sfruttare tutte le strutture già montate per organizzare un mega concertone, far pagare una cifra simbolica d'ingresso (7-8 euro) e inviare i soldi in Emilia. Il costo sarebbe più o meno zero, visto che l'impianto c'è già (e i tecnici sono già stati pagati), ci sono molti gruppi che suonerebbero aggggratis e i bressesi sono già nevrastenici, per cui non penso che un altro giorno di rompimento di palle gli cambierebbe la vita.
Sarebbe un bel "regalo" da parte di chi ha organizzato tutto ciò... non dico pagato, perchè fondamentalmente sono i nostri soldi delle tasse!
Insomma, io la butto lì... magari tra i lettori assidui della Zabetta c'è qualche sindaco o cardinale...

^__________^

Vi rimando a un articolo carino di 02 blog.it..10 cose da non fare a milano in questi giorni
detto ciò... a presto amici della bici!  

lunedì 28 maggio 2012

Acidume universitario

Come FORSE avrete capito dai miei ultimi post, sta ufficialmente per finire la mia vita da studentessa universitaria... e quale migliore motivo ci potrebbe mai essere per lamentarmi di tutto ciò che non mi è mai andato giù della vita "da ateneo"???

Oggi tocca a i ragazzi che sono partiti per l'Erasmus da 2 ore e 20 minuti netti e già aggiornano gli status di Facebook in inglese, francese, tedesco o qualsiasi sia la lingua del paese di destinazione.
Allora, amico studente, a parte il fatto che probabilmente sei ancora in areoporto davanti al nastro trasportatore dei bagagli, quindi è alquanto improbabile che tu abbia già degli amichetti Erasmus con cui comunicare...
Ma poi: quando sei salito sull'aereo parlavi a malapena l'italiano, com'è possibile che ora tu riesca ad esprimerti, improvvisamente, in una lingua straniera?
I casi sono due: o Ryanair offre il "servizio Matrix", ossia ti infilano uno spinotto nel collo e in 4 secondi ti trasmettono la conoscenza completa di una lingua, periodi ipotetici di quarto tipo compresi... oppure... ah coso, l'abbiamo capito tutti che stai usando Google Translate!! Cortesemente, piantala di fare lo splendido finchè non avrai realmente imparato qualche frase utile...e per la cronaca, "Due mojito e un gin lemon" non vale!

(Prima che possiate fare commenti di qualsiasi tipo, rispondo preventivamente alle ipotetiche domande: sono una brutta persona? Si. Ne sono consapevole? Si. La mia è tutta invidia perchè non ho fatto l'Erasmus? Forse.)

Cooomunque... il Karma si prende gioco di me: mi sono lamentata per 5 anni della mancanza di una panetteria vicino all'università, e settimana scorsa ne hanno aperta una (che tra l'altro si chiama Pan-up e ha una pin-up come logo...io già adoro....). Ho inveito contro la mafia dei baristi (perchè, come forse già sapete, nel mio ateneo popolato da milioni di studenti c'era solo UNA  macchinetta del caffè, brutta, schifosa e quasi sempre fuori servizio, che invogliava appunto a prendere il caffè al bar, pagandolo 90 centesimi) ed ora non solo hanno sostituito il residuato bellico produttore di simil-caffè con una macchina bella e nuova che fa anche il ginseng, ma ho pure scoperto l'esistenza di una seconda macchinetta, vicino a degli uffici della facoltà di giurisprudenza...
Son cose che urtano...

giovedì 24 maggio 2012

Armadi, magliette e riflessioni

Sono viva!!!!!
Eccomi, ho qualche milione di neuroni in meno ma tendenzialmente ci sono.
Ho finito la tesi!  Ho partorito un bel malloppone di 266 pagine, che pesa come un bull dog di taglia media e all'occorrenza può essere utilizzato come arma impropria... Circa un centinaio di pagine sono di sole immagini, per cui confido nel fatto che la commissione, lobotomizzata dopo decine di lauree nella canicola di luglio, si limiti a guardare le figure...(in realtà il mio capitolo dedicato alle pin-up è una scusa per inserire a casaccio delle donnine nude, in modo da distrarre i professori... tutto calcolato...)
Ho ritirato la tesi stampata venerdì, per poi accorgermi, ovviamente, che è piena di errori... Ma per i motivi di cui sopra confido nel fatto che non se ne accorgerà nessuno.
Insomma, sono momentaneamente in una fase di cazzeggio, in attesa che mi dicano la data della laurea: in Statale funziona così, bisogna consegnare la tesi mesi prima, mentre la data ufficiale viene comunicata all'ultimo minuto! "Oh, guarda che ti laurei domani!" "Ah, beh, buono a sapersi, aspè che faccio due telefonate..." -.-"
In questi giorni fondamentalmente sto facendo due cose: in primis mi ammazzo di seghe mentali sul futuro, il lavoro, i master e la mia vita in generale; in secondo luogo, per tentare di non farmi uccidere dalle mie stesse paranoie, mi metto a fare le cose che avevo rimandato fino ad ora. Mi sto organizzando le vacanze (che come al solito saranno itineranti-zingaresche-deliranti), ho messo un po' di ordine nell'armadio (si accettano scommesse su quanto tempo ci metterà a tornare il porcile caotico di sempre...), sto sistemando le librerie...
Tutte queste oprazioni mi hanno portato a conclusioni esistenziali di fondamentale importanza per l'umanità... in ordine sparso:
- ho più pigiami che vestiti... il che non ha minimamente senso...
- non ho niente da mettermi (of course, vedi post precedente)
- ho speso miliardi per libri universitari totalmente inutili, che oltretutto non riuscirò a rivendere.
- potrei fare l'agente di viaggio, visto che ormai ho una certa dimestichezza con le prenotazioni di aerei, treni, traghetti, pullman, appartamenti...con i viaggi in mongolfiera ed elicottero ancora non sono molto pratica, ma ci sto lavorando...
- partendo da Milano, è più facile arrivare in Kazakistan che a Lipari.

Cooomunque...nei prossimi giorni studierò altre fantastiche cose da fare per tenermi impegnata e pensare il meno possibile... Non ce la farò mai a spegnermi il crevello, ma almeno provo ad impostare la modalità "basso consumo"...


(la scelta di questa foto è totalmente casuale... pffffff, ma chi ci crede!!!!)

mercoledì 11 aprile 2012

Lamentosa...

Fa freddo, piove e il mio umore ne risente.
Oggi sono particolarmente insofferente, sappiatelo.
Parte della colpa è, NATURALMENTE, della solita prof desaparecida, che mi dovrebbe firmare la domanda di laurea e invece non si degna nemmeno di rispondere alle mail... Tra le tante cose che non sopporto ci sono: 1) il dover dipendere dagli altri; 2) le persone disorganizzate e mentalmente incasinate. Chiedendo la tesi a 'sta donna ho fatto una combo mortale!
Cooomunque... Oggi approfitto della scusa del nervosismo, confido nella vostra comprensione e mi lamento di un po' di cose: dopotutto questo blog si chiama La ZaBetta mica per niente!
Ordunque... Con vostra grande sorpresa, parlerò di un argomento prettamente femminile: lo shopping! Ebbene sì, dopo aver parlato di rally, rugby e rutto libero vi tedierò con le mie femminee velleità. L'altro giorno mi sono fatta un giro per negozi alla ricerca di un abito per il matrimonio di un amico, e ne ho approfittato anche per dare un'occhiata ai vestiti "da tutti i giorni", visto che, guardando il mio straboccante armadio, sono giunta alla desolante conclusione di "non avere niente da mettermi"... (Si, lo so, nonostante il mio apprendistato da maschio mancato ci sono cascata anche io... Dopotutto, biologicamente,sono pur sempre in balia degli estrogeni...)
Insomma, negozio dopo negozio mi sono resa conto che quest'anno, tra le verie mode, ci sono i colori fluorescenti e il pizzo. Ok, bene, a piccole dosi mi piacciono...MA: secondo voi i creativi di Zara e compagnia cantante hanno mai pensato al fatto che le ragazze "normali" (ossia non Katy Perry o Rihanna) magari non hanno intenzione di indossare tutta la scala cromatica dei post-it da ufficio??

Ero accerchiata da giacche gialle catarifrangenti, pantaloni verde acido, vestiti fuxia... Ancora non mi spiego come sia riuscita ad uscire dal negozio senza farmi venire un attacco epilettico... Ma una via di mezzo, no???
Seconda tappa: Bershka. E' il regno dell'ormone adolescenziale, lo so, ma ogni tanto qualcosa di carino lo trovo...Dopo aver superato a spallate orde di quindicenni in libera uscita (ma andate a sbavare da Abercrombie,maledette rompicoglioni!!!) e aver soffocato l'istinto omicida che mi prende tutte le volte che incrocio uno dei simpaticisssssssssssimi commessi (ma li selezionano in base all'acidità? al posto del curriculum gli fanno portare un campione di urine per verificarne il Ph??), mi sono riuscta ad avvicinare ai vestiti... Ora, va bene il pizzo, ma cari stilisti, potete contemplare l'idea che magari non tutte desiderano mostrare la propria biancheria intima al mondo? Tutte, TUTTE le maglie avevano la schiena completamente trasparente... E allora come si fa? Il reggiseno in bella vista, secondo me, è volgare, i reggiseni con le spalline in plastica trasparente erano orridi gia degli anni '90, figuriamoci ora, e di non indossare il reggiseno non se ne parla proprio...(non per altro, ma i sopracitati estrogeni, nel mio caso, hanno scioperato proprio quando si trattava di farmi venire delle forme minimamente femminili all'altezza del petto...va' che giro di parole per non dire che sono senza tette!!!!)

Insomma, dopo aver visionato calze leopardate, t-shirt con la consistenza della carta igienica, abiti da battona moldava e vestitini che stanno su solo grazie alla buona volontà sono tornata a casa a mani vuote... Però mi sono fatta delle gran risate guardando la fauna umana che come me era in giro per negozi: la categoria che preferisco sono le coppie, in cui solitamente Lei sfarfalla da un appendiabiti all'altro, guarda estasiata una serie di maglioni, studia al millimetro circa 20 paia di scarpe una dopo l'altra, mentre Lui si trascina ciondolando da un capo all'altro del negozio, sfracassandosi visibilmente le palle, lanciando sguardi compassionevoli agli altri poveri maschi della specie che, contro la propria volontà, si sono trovati nella medesima situazione. Il momento migliore, però, è l'esatto istante in cui Lui vede arrivare Lei con una montagna di vestiti, scarpe e accessori in mano, e si rende conto che vuole andare a provarli: TUTTI!
La reazione, in genere, è più o meno questa:
Il TERRORE!

Bene, dopo aver sparso un po' di acidità e lamentele, posso tornare alla mia stramaledettissima tesi... Alla prossima!!!!



martedì 6 marzo 2012

Code, attese, numerini...


 La vostra ZaBetta preferita oggi ha passato la mattinata in giro per commissioni (adoro la parola "commissioni", ha quel gusto un po' retrò che fa tanto sciura Luisa...).
Biblioteca, posta, ATM point, biglietteria della stazione... Non mi sono fatta mancare niente!
In ognuno di questi luoghi mi sono dovuta pazientemente mettere in coda: allo sportello della biblioteca, per esempio, avevo davanti solo una persona, all'atm point invece ho dovuto prendere il mio bel numerino, e aspettare che il tabellone elettronico segnasse il fatidico numero 117.
In posta avevo davanti circa sei persone, non molte, ma, chevvelodicoaffà, è il posto in cui ho soggiornato più a lungo. Non so per quale strana legge cosmica, ma la persona che ha il numerino prima del tuo è sempre una simpatica vecchina che deve pagare 47 bollettini, chiudere 4 conti, inviare 8000 euro in Nepal... tempo stimato per compiere tutte queste operazioni: 6 ore e mezzo. Dopo le 8 ore arrivano i volontari della Protezione Civile a distribuire the caldo e coperte alle persone in attesa.
Secondo un'altra legge universale, è più o meno sicuro che a qualcuno durante l'attesa suoni il cellulare, e che la suoneria sia la hit del momento: fino ad ottobre circa c'era Danza kuduro, fissa, adesso è Ai seu te pego o come diavolo si chiama. Oggi, alla posta di via Festa del perdono, nel giro di 10 minuti abbiamo fatto la combo: Ai seu te pego de li mortacci tua e una canzone di Eros Ramazzotti di circa un decennio fa... Per l'amor del cielo, o scegli delle belle canzoni o ti tieni il drin drin... (Io per la cronaca ho l'intro di Sweet Child O'Mine...ho provato a cambiarla un paio di volte ma niente, o lei o nessuna! E cara grazia che l'intro è lunga...Siete fortunati, la segreteria telefonica parte prima che inizi il cantato: altrimenti ad ogni telefonata mi esibirei nei miei acuti scaccia-cani tentando di emulare Axl Rose... Come si fa a resistere a OOOOoooooooooOOOOOooooOOOO sweet child OOOoooO' miiiiiiineeeee....?! Non si può, non si può!)
Insomma, 'na mattina di code.
Ma posso dirvi un segreto?
A me in un certo senso le code piacciono.
Cioè, se potessi quasi quasi ne farei un lavoro. La tieni-posto. Faccio la fila al posto  vostro e vi chiamo al cellulare quando tocca a voi.
Non sarebbe malaccio, no?
A parte gli scherzi, davvero secondo me le attese andrebbero rivalutate. E' come se ci regalassero il lusso di perdere del tempo, in questo mondo in cui siamo tutti indaffarati, di corsa, presi da mille impegni.
Abbiamo la possibilità di fermarci un attimo e pensare. 10, 20 minuti spesi per noi e per i nostri pensieri, in un piccolo limbo. Oppure, quando in realtà vorremmo un po' spegnere il cervello, ci prendiamo qualche minuto per ascoltare la musica nell'mp3, o leggere il libro che abbiamo in borsa da giorni ma che non siamo ancora riusciti ad aprire, mentre il bip bip del tabellone elettronico scandisce la successione dei numeri.
Bip... bip..
117, tocca a me!
Pausa finita.
Peccato...

venerdì 2 marzo 2012

Piagnisteo del venerdì

Sono viva.
Un po' lobotomizzata e insofferente, ma sono viva.
La mia relatrice è di nuovo svanita nel nulla. Pufff! Le ho consegnato un capitolo di tesi il 25 gennaio, giorno in cui, cara grazia, mi aveva dato appuntamento: già il fatto che quando mi ha vista in aula mi abbia chiesto "ma mi deve anche parlare?" mi ha lasciata un po' interdetta...Volevo risponderle "No, guardi, le lancio il plico di fogli da lontano e poi scappo buttandomi dalla finestra..."
Dopo aver messo a tacere la mia parte di cervello cretina e cinica, le ho detto che sì, volevo parlarle per chiderle indicazioni.
Bon, le ho esposto i miei dubbi, mi ha risposto in maniera esaustiva, le ho consegnato il capitolo.  Ha detto, testualmente: " Bene,lo leggo e mi faccio viva io!". Ecco, appunto, arrivederci e tante care cose, già sapevo che non l'avrei sentita per mooolto tempo... ma non pensavo così tanto!
Le ho concesso le due settimane canoniche per la lettura, al termine delle quali, non avendo alcun segno di vita, ho iniziato con lo stalking, con e-mail educate ma vagamente minatorie: se le leggeste al contrario verrebbero fuori dei messaggi satanici, credo...
Purtroppo sono una persona educata... Altrimenti avrei potuto scriverle: "Bella de casa, quanto ci metti a leggere 40 pagine, quanto?? Che poi sono pure infarcite di immagini e sono scritte con l'interlinea 1,5, per cui non sono nemmeno 40 pagine vere! Dai cavolo, le leggi in un attimo... Mentre aspetti la metro, mentre sei in coda alla posta, persino durante una seduta sul water... Per l'amor di Odino, dimmi qualcosa!!! Va bene, va male, è stupendo, fa veramente cagare... Parlami, comunica, esprimiti!!!"
Ormai è passato più di un mese...Il prossimo passo è scoprire dove abita e appostarmi davanti con fare minaccioso. Devo urgentemente trovarmi anche un impermeabile, un borsalino, la custodia di un violino e degli amici che facciano brutto, per essere più incisiva....
(Dovrei cambiare nome al blog, dato che ultimamente non faccio altro che scrivere della prof...che ne dite di "l'iter lamentoso di una tesista sfigata"? -.-)
Sono insofferente, perdonatemi...E non posso nemmeno sfogarmi in palestra perchè ho un ginocchio in sciopero...
Che vita agra...!
;)

giovedì 2 febbraio 2012

Neve neve neve...

Buongiorno buongiorno!!!
Come state?
Qui a Milano Beach è passata la paranoia per i terremoti ed è iniziata quella per la neve.
Ettepareva. Se non seminiamo il panico almeno una volta al mese non siamo contenti... anche se cadono 10 centimetri di neve!
Sembra una scemenza, ma il terrorismo psicologico della tv sta mietendo più di una vittima: in questi giorni il circolo in cui lavoro era semi deserto, tutti barricati in casa. Ora, capisco e condivido se devi venire apposta da Carugate, ma se abiti nel raggio di 200 metri qualche domanda me la faccio.
 "Eh ma c'è la neve, preferisco non venire..."  ha detto una signora. Peccato che la suddetta signora abiti letteralmente al piano di sopra!
Bah... Ma spegnere la tv, ogni tanto, e "accendere"  il buon senso, no???
Come la gente che si mette in macchina senza gomme termiche né catene e si incazza se poi ha problemi a percorrere le stradine della Brianza.
O come gli sboroni che si comprano le jeep da 50.000 euro e vanno a 10 all'ora perchè ignorano l'esistenza del tastino che gli consentirebbe di mettere le 4 ruote motrici. Bello de casa, il motivo per cui, IN TEORIA, si comprano le jeep NON E' parcheggiare sui marciapiedi in Porta Romana...
Altra cosa: nei vari Tg dedicano circa 20 minuti alle informazioni meteo. Messaggio: fa freddo.
Ma va???
A febbraio fa freddo nell'emisfero boreale?? Ma non mi dire...
Ah no, c'è dell'altro: nevica.
Siamo sottozero e nevica.
Fantascienza proprio...

venerdì 27 gennaio 2012

Mo.S.U.R. e terremoti...

Attimi di vita domestica...
Mio papà, parlando di una ipotetica evacuazione per il terremoto, ha consigliato di non mettersi scarpe con "tacchi del 12"...
Adesso capite perchè mi batto così tanto per la salvaguardia dell'uomo rude?? Cioè, sono cresciuta con un uomo che parla di scarpe come se fossero brugole...e nella mia testa E' ESATTAMENTE COSì CHE DOVREBBE ESSERE!
(Sorvoliamo sul fatto che io sarei un caso clinico esemplare del complesso di Elettra... Freud mi avrebbe voluto gran bene...)

Coooomunque... Appello ai gionalisti: per favore, evitate di parlare per ore ed ore delle scosse di terremoto a Milano, anche perchè qui non è successo proprio nulla... Al terzo servizio consecutivo del Tg in cui la sciura di turno, intervistata in corso Buenos Aires, dice di aver avuto paura...beh, si sfiora decisamente il ridicolo! 
Un conto è fare informazione, un conto invece è cercare il dramma dove non c'è.
Se l'epicentro è stato a Parma, parlate di Parma!
Un suggerimento: sarebbe interessante, PER ESEMPIO, una spiegazione di ciò che sta succedendo a livello geologico in Emilia: come dicevo qualche post fa, impariamo a chiederci il perchè delle cose, in modo da poterne poi parlare con nozione di causa.
E senza drammi.

venerdì 20 gennaio 2012

Milano milano...e 4! Odi et amo...

Milano è una città controversa: un po' la ami, un po' la odi.
E' una città che entusiasma, per le mille cose che ha da offrire, ma può anche spaventare, proprio perchè nel marasma di eventi, luoghi, occasioni, persone, possono mancare i punti di riferimento.
Personalmente, c'è una Milano che mi piace, e una che non mi piace.
Mi piace se penso alle Colonne di San Lorenzo nelle sere d'estate, al divertente caos di Piazza Duomo di giorno, e alla sua bellezza silenziosa di notte; mi piace perchè so che qualsiasi gruppo o cantante, prima o poi, un concerto qui lo fa; mi piace perchè posso trovare prticamente tutto, da un corso di ikebana a una squadra di curling, da un ristorante libanese ad una libreria dedicata unicamente allo sport; mi piacciono i tram, soprattutto quelli vecchissimi coi cartelli che dicono "vietato sputare", e mi piace ascoltare i discorsi delle sciure, quelli che cominciano con "ah signora mia..."; mi piace fare la pausa pranzo nei giardini Guastalla, seduta sull'erba a prendere il sole, mentre la città intorno a me continua la sua vita. 
E' una scoperta continua: per citare uno scrittore spagnolo studiato poco fa, "Milano non finisce mai"... (Detto tra noi, lo scrittore in sè era noiosissimo, però aveva buon gusto nello scegliere i titoli...)
Non mi piace, invece, la Milano che se la tira, quella dei "non sei sulla lista", quella che vede solo l'apparenza delle cose, quella del "non arrivo a fine mese ma pur di avere l'I-phone faccio anche i debiti".
Non mi piace la Milano che corre sempre, la Milano in cui quasi nessuno sorride, in balia dei soldi e delle mode.
C'è un luogo che sintetizza quanto di questa città non mi piace: via Montenapoleone.
Mamma mia.
Orticaria. Ma forte.
In questi giorni, putroppo, per la sopracitata via ci sono passata più volte, dato che ho passato alcune mattine in un archivio storico lì vicino, a lottare con manifesti degli anni '40 grandi più o meno come me...Ma questa è un'altra storia...
La mattina, verso le 9.30, la situazione in Montenapoleone è anche piacevole. C'è poca gente, per lo più corrieri espresso che fanno le consegne, filippine che vanno al lavoro, famiglie di mafiosi russi che fanno shopping da Gucci e Louis Vuitton (Non saranno proprio tutti mafiosi, però che siano russi son sicura: vanno in giro in camicia E BASTA col freddo che fa... fate voi...)... e poi arrivo io, uno zombie che tossisce e si soffia il naso ogni 2 minuti e mezzo (non sono stata proprio benissimo settimana scorsa..), col suo giubbino viola melanzana e gli stivali da grande freddo...
Il brutto viene dopo, all'ora di pranzo: io faccio la strada in senso opposto e ho sempre la stessa sensualissima mise, con in aggiunta un paio di kg di polvere sparsi su tutto il corpo e un paio di pacchetti di fazzoletti in meno in borsa... ma la via è totalmente cambiata: piena piena piena di gente, che sciama da una parte all'altra. Ci sono le sciure della Milano bene che vanno a comprarsi l'ennesimo paio di costosissime Prada, i giapponesi che girano per saldi e lanciano gridolini di gioia perchè Armani fa lo sconto ben dell'8% sulle cinture, i manager che parlano fitto fitto di affari-soldi-investimenti-titoli-"e meno male che quest'anno non sono andato a Cortina ma in Kenya, se no erano cazzi", i commessi dei negozi che ti squadrano... Quest'ultima, ad essere sincera, è la categoria che tollero meno: lavori da Prada, embè? Credi sia un motivo sufficiente per guardarmi dall'alto in basso? E' l'emblema di quello che dicevo prima, l'apparenza e i nomi valgono su tutto, anche quando la sostanza è far provare scarpe alla gente. Gonfiare, esibire, ostentare: le parole d'ordine diventano queste.
No, questa Milano proprio non mi piace.
In quei giorni c'era un cielo stupendo, di quelli che si vedono solo qualche volta in estate: la popolazione di via Montenapoleone se ne sarà accorta?

domenica 15 gennaio 2012

E che 2012 sia!!!

Dopo "solo" 15 giorni riesco finalmente ad augurarvi buon anno, miei cari venticinque lettori!
Come va?
State lottando con le decine di panettoni avanzati che mangerete fino a Pasqua?
Avete elaborato una lunga serie di buoni propositi, sapendo già che non li manterrete? (Io mi ero promessa di scrivere spesso sul blog, pensate un po'...sono proprio pessima!!!)
Dove avete passato Capodanno?
Io sono stata a Bruxelles: una città le cui specialità sono cioccolato, patatine fritte, waffles e soprattutto birra... Il paradiso! Golosità a parte, è stata proprio una bella vacanza, grazie soprattutto alla compagnia di 11 "simpatici esauriti" che mi hanno fare un sacco di risate...
La città è interessante, soprattutto per la sua multiculturalità: vi basti pensare che gli abitanti, di base, parlano fiammingo, francese e inglese, senza contare le migliaia di stranieri che abitano a Bruxelles per studio o lavoro.
Anche se... 'sti nordeuropei sono un po' repressi, lasciatemelo dire... O meglio, si lasciano andare raramente, ma quando lo fanno si sfasciano proprio... Tipo a Capodanno! In centro c'erano poliziotti, transenne, bottiglie rotte un po' ovunque, bimbiminchia che lanciavano petardi in mezzo alla gente... sembrava dovesse scatenarsi una mezza guerriglia urbana! Poi il giorno dopo però tutto in ordine e pulito, come se niente fosse.
Una menzione speciale va ai locali simbolo della vacanza: in primis il Delirium Pub, enorme e sempre pieno di bella gente; lì abbiamo potuto "degustare" una serie di birre diverse, tra cui la Blanche de Bruxelles (birra della città per eccellenza), la birra al cocco, alla ciliegia, e ovviamente la mitica Delirium! Io, comunque, ho scoperto di avere una passione per il sidro... Dopo l'esperienza con la sidra asturiana in settembre (durante un bellissimo matrimonio italo-spagnolo), in Belgio ho avuto la conferma. AAA cercasi sidreria ben fornita a Milano beach...

L'altro locale da segnalare era esattamente davanti a casa nostra, vicino alla Grand Place: un nome, un programma.. L'Homo erectus!! Appena arrivati all'appartamento, il primo giorno, notando il nome del locale dall'altra parte della strada e la bandiera arcobaleno che sventolava sopra l'ingresso mi era sorto un dubbio... che poi ho confermato leggendo la guida della città: ebbene si, eravamo nella via dei locali gay! (il Paone se n'è accorto dopo tipo 3 giorni: "Oh ma questo è un locale gay!!!" Ma dai? -.-)

Altra cosa da fare: un bel tour per cioccolaterie! Io mi sono astenuta, non tanto per mantenere la linea (sapete benissimo che vivrei a pane e strutto...!), ma piuttosto per salvaguardare il mio portafogli; i prezzi non sono proprio bassissimi, però quei maledetti dolci sono dannatamente buoni!
Altra cosa bellissima (e poi la smetto di parlare di cibo, giuro!): ci sono dei bistrot che fanno la zuppa take-away! La mettono in bicchieroni di carta stile Starbucks, in modo che la gente possa tranquillamente sorseggiarla camminando per strada. Addddoro! Voglio farlo anche qui!!! Ma volete mettere? Le fighette milanesi che arrivano in biblioteca coi bicchieroni di caffè-sciacquatura-di-piatti (perchè ammettiamolo, quello non è caffè!! E soprattutto non piace a nessuno, lo bevono solo perchè "fa tanto telefilm americano!"), mentre io entro bella bella con mezzo litro di puzzolentissima, ma buonissima, zuppa alle cipolle...Il sogno di una vita!

Bruxelles non ha tantissime cose da visitare, quindi in 3 giorni si riesce a vedere quasi tutto, con un po' di voglia di camminare; oltre al centro della città, non può mancare una visita al quartiere che ospita il Parlamento europeo e gli altri uffici: ovvero il luogo dove si decidono i nostri destini, in qualche modo...


Lasciando perdere la gastronomia, consiglio vivamente di visitare Bruges, cittadina splendida, a circa un'ora di treno da Bruxelles. Bella bella!!!

Bene gente, per ora vi saluto... Via ggiornerò prossimamente con le mie avventure del "ritorno al mondo reale"...
Quanto vorrei una Delirium...ora!!!!