domenica 16 novembre 2014

Non fiori ma biglietti di concerti

Sto diventando vecchia.
Me ne accorgo da tante piccole cose nella mia vita quotidiana: i primi mal di schiena, le prime rughette sul viso, i primi stress da "mondo reale", il lavoro, le tasse da pagare, il tempo che sembra non bastare mai...


Insomma, non sono più un'adolescente: mi duole ammetterlo, ma è così. Non lo accetto (non lo accetterò MAI!) ma la carta d'identità parla chiaro, poche palle.

So' 27, signorì!


Le mie passioni e i miei interessi, a onor del vero, sono mutati poco negli anni, nonostante la mia (presunta) maturità: uno di questi sono i concerti. 

Sarà che sono stonata come una campana, sarà che non so suonare neanche il citofono, ma io rimango quasi ipnotizzata di fronte a qualcuno che sappia suonare e cantare come Dio comanda (probabilmente è questa stessa legge del contrappasso che mi fa rimanere affascinata quando incontro persone con una buona parlantina e carisma... Ma questa è un'altra storia.)


Insomma: volete farmi contenta un sabato sera? Portatemi a un bel concerto e mettetemi una birra media in mano. 

Stop, non chiedo altro. 
Anzi, no, magari un'altra birra... 
Comunque, negli ultimi anni, insieme alla mia migliore amica nonché inseparabile compagna di groupietudine, ho "portato a casa" un discreto numero di concerti, di tutti i tipi: dalla band semi-sconosciuta alla festa dell'Unità di Casaldisperso di Sotto, al gruppo fighetto che passa in radio un'ora si e una no.


Un'unica costante: il parterre in piedi. 

Si, perché i "concerti con le sedie" sono brutti come la birra analcolica: se devi fare una cosa, la fai per bene, diamine! Se vuoi stare comodo ti compri il DVD del live e te lo guardi dal divano. O vai all'Opera.
(Che poi, perdonatemi la divagazione: in autostrada, qualsiasi viaggio io stia facendo, becco sempre i camion della Drive Beer alcool-free, quelli col faccione di Fisichella sulla fiancata. Avete presente? Ora, voi avete mai comprato una Drive Beer? L'avete mai bevuta? L'avete mai almeno vista in un supermercato? Nessuno mi dissuaderà mai dal credere che quei camion in realtà trasportino clandestini o rifiuti tossici. Mi aspetto un servizio shock di Report a breve. Poi non dite che non ve l'avevo detto.)


Comunque sia, dicevamo: i concerti nel parterre, in mezzo alla folla, sotto il palco.

Ormai sono esperta, e dall'alto (o dal basso?!) del mio metro e 72 mi sento in dovere di condividere con voi alcune fondamentali riflessioni, in ordine rigorosamente sparso e sconnesso.



La sbatta del "cosa mi metto"

E non mi rivolgo solo al gentil sesso: d'estate é facile, fa caldo, la maggior parte dei concerti sono all'aperto... Ma d'inverno?? Come la mettiamo con i concerti al chiuso? Lo scenario tipico è: fuori dal palazzetto la bufera siberiana, dentro 80 gradi e un'umidità del 700%. 
Il problema reale non è tanto "cosa mi metto", ma "dove metto la giacca quando il mio corpo starà per raggiungere la temperatura di fusione del tungsteno?".
Quand'ero giovane, incosciente e con gli anticorpi grossi come gatti, potevo anche permettermi di lasciare il cappotto in macchina, correre fino all'ingresso in maglietta e felpa e saltellare beata e felice per tutta la durata del concerto. Se lo facessi adesso, morirei di broncopolmonite fulminante tra spasmi atroci ancor prima di uscire dal parcheggio.
La mia tattica, ormai collaudata, è quella di non vestirsi a strati (+ strati = + roba da tenere in mano = che cojoni), ma mettersi una sola giacca calda e "rovinabile", da incastrare poi scaltramente nella tracolla della borsa, per avere le mani libere di reggere tutte le birrette che volete. 


I video col cellulare

Io VE LI BUCO 'sti cazzo di cellulari! 
Io sono figlia dei social network tanto quanto voi, sono Instagram-dipendente e come stalko le persone su Facebook io nessuno mai.... Però: io capisco perfettamente il fatto di fare 15 secondi di video da condividere su Twitter per far rosicare gli amici, ma riprendere tutto il concerto anche no. 
Punto 1: coi telefoni in alto sopra la testa coprite la visuale a chi vi sta vicino;
Punto 2: spiegatemi il senso di guardare il concerto attraverso lo schermo del vostro smartphone, quando invece potreste creare quella cosa che si chiama "contatto visivo" con il cantante/band per cui avete speso anche dei soldini;
Punto 3: parliamoci chiaro, quante volte andrete a rivedervi 2 ore di video ripreso da lontano, mosso e con un audio da film sovietico degli anni '50 sullo schermo dell'iPhone? Ecco.





I fattoni
Non importa a che concerto io sia, loro li trovo sempre. Sta ancora suonando la band spalla, e loro si stanno già rollando la seconda canna, totalmente incuranti di ciò che sta accadendo sul palco. A volte sono molesti, a volte sono perfino teneri... e un po' imbecilli, aggiungerei: se tenti di farti su una canna in mezzo al pogo, poi non fare la faccina triste se ti arriva una gomitata e ti casca tutto per terra. 
Il peggio del peggio però sono "gli amiconi", mediamente 18-20enni, che si offendono se ti offrono di bere del rum e coca homemade dalla loro bottiglia di plastica e tu, chissà perché, rifiuti. 


Altre categorie umane degne di nota

E qua, veramente, c'è di tutto: il supergiovane 50enne visibilmente fuori luogo che balla come un ossesso, le ragazzine sovreccitate al loro primo live, il fidanzato scoglionato che è lì solo per far contenta la morosa (sperando oltretutto di andare in camporella come ricompensa lungo la strada del ritorno) e viceversa (lei, diabolica, in questo caso ha scritto in faccia "si si, bravo, io ti accompagno a sentire 'sti quattro rockettari sfigati, però tu domani mi porti da Zara... e ho intenzione di provarmi TUTTO").
C'è sempre quello che cerca l'amico disperso e lo chiama al telefono ("oh sono qui davanti al palco, sto alzando il braccio!" Bravo pirla, siamo in 2000 qua dentro con le braccia alzate...), la stronza (perché di stronza trattasi) che si fa prendere sulle spalle, quello che non si lava dal '92, quello che cerca di pogare sempre e comunque (ma siamo al concerto dei Bastille, ma perché?!).
E poi c'è quello alto 2 metri e largo 1. Lo trovate facilmente: si piazza sempre davanti a me, non potete sbagliare.


Gli eroi

Una menzione a parte va a loro, i veri eroi moderni: in primis, le ragazze alte un metro e 50 o anche meno, che non vedono niente, prendono delle gran gomitate ma nonostante tutto, sono lì. Amiche, avete tutta la mia stima.
In secondo luogo, bisognerebbe dare una medaglia (e una serie di free drink) a quei martiri coraggiosi e rassegnati che sono i padri-accompagnatori-di-figlia-adolescente-con-seguito-di-amiche. 
(Vi starete chiedendo: ma a che razza di concerti vai, che ci sono anche le sbarbine 15enni? Eh che vi devo dire, 'ste ragazze d'oggi sono un po' sceme ma ascoltano bella musica....)
Comunque, inutile dire che a casa mia un'ipotesi del genere non era nemmeno immaginabile: "Dov'è che vuoi andare? Al concerto dei Green Day? Ti dovrei accompagnare fino a San Siro? E vorresti anche che venissi a prenderti alle due? AHAHAHAHAHA Non diciamo cazzate per cortesia... E vai a letto che sono già le 10 e mezza!"


Comunque, in tutto ciò, dopo anni di pratica, io ancora un dubbio ce l'ho: come faccio ad applaudire con il bicchiere della birra in mano?!

venerdì 14 febbraio 2014

San Valentino (che poi anagrammato sarebbe "'Na sveltina, no?")

"Cosa fai a San Valentino?" mi chiedono dalla regia.

'Na fava, come al solito!

Non lo festeggiavo quando ero fidanzata, figurarsi se lo faccio ora che sono una simpatica zitellina (e contenta di esserlo, per il momento).

Alla fine, a pensarci bene, S. Valentino non è la festa dell'amore, e nemmeno la festa degli innamorati. Non è neppure una festa-consumistica-creata-apposta-per-vendere-più-cioccolata-fiori-gadget-di-dubbio-gusto-biancheria-made-in-china-100%-sintetica.

No: è una festa pensata apposta per infierire su chi è single. 
O "non accoppiato". O "sarei accoppiato ma è una situazione talmente di merda che lasciatemi stare e passatemi la vodka".

E' un complotto. 
Pensateci: a S. Valentino chi è amato non si sente "più amato", mentre chi è solo si sente decisamente "più solo".
Anzi, viene portato a sentirsi "solo".

E si crea lo stereotipo per cui la coppia deve fare per forza eclatanti gesti d'amore, mentre il single starà sicuramente a casa ad abbracciare il cuscino, frignando e passando mentalmente in rassegna tutte le proprie storie sentimentali fallite, dal biondino della terza elementare in poi. O peggio, andando a quelle serate "anti-San Valentino" che sono la tristezza fatta evento.

Ma dobbiamo sottostare a questa cosa? 
Dobbiamo progettare di suicidarci bevendo dell'acetone perchè stasera nessuno ci comprerà le rose dal cingalese al semaforo? 
Dobbiamo esaurire scorte di fazzoletti davanti a "Le pagine della nostra vita", più di quanto facciamo di solito? (Che poi diciamocelo, Ryan Gosling è ben più figo in "Drive", fatevene una ragione!) 
Dobbiamo metterci il pigiamone antisesso e mangiare il gelato Hagen Daaz direttamente dal barattolo? E se volessi delle bruschette col patè di carciofi e del lardo di colonnata? Come la mettiamo? Valgono lo stesso?

Basta con 'ste menate da film: è semplicemente un venerdì come gli altri, con l'unica differenza che è meglio non uscire a cena perchè i ristoranti sono quasi tutti pieni (causa le coppiette di cui sopra).

Anzi no, facciamolo valere 'sto 14 febbraio: usiamolo come come scusa per uscire con gli amici al grido di "TGIF" e imbottirci di alc... ehm... Cioccolata, volevo dire cioccolata!