venerdì 8 giugno 2012

libri libri libri...


Oggi ho deciso di fare outing: ebbene sì, esco allo scoperto.
Io LEGGO.
Ecco.
Io sono uno di quei personaggi buffi e in via d'estinzione che girano per il mondo con un libro cartaceo in borsa e, pensate un po', lo leggo anche.
Non sono tipo da Kindle o I-Pad. A me piace proprio l'oggetto-libro, adoro sentire la superficie della carta sotto le dita e, lo confesso, ho la brutta abitudine di annusare i volumi appena comprati, proprio dove le pagine sono rilegate tra loro, per sentire quell'odore inconfondibile di inchiostro, colla e cellulosa.
Io i libri li vivo proprio, li sottolineo, li rileggo... A volte scrivo anche della annotazioni o dei miei pensieri negli spazi bianchi, perchè... perchè si, punto. Il problema è ricordarsi dove ho scritto cosa, nel caso qualcuno mi chieda in prestito un libro! I miei amici sanno già che non ho tutte le rotelle a posto, ok, però se posso evitare di peggiorare la mia condizione è meglio...

A volte mi è stato chiesto perchè leggessi, e in particolare perchè leggessi romanzi... Potrei iniziare lunghi e complessi discorsi sulla teoria della lettura, tirando in ballo psicologia, sociologia, persino economia; in realtà, restringendo il campo, la risposta è una, e semplice: leggo romanzi perchè mi permettono di vivere un'altra vita, di vedere il mondo con gli occhi di qualcun'altro, almeno per un po'. Ogni romanzo è un universo a sè, e ogni narratore o personaggio costituisce un punto di vista diverso e originale.
E' un'occasione unica, se ci pensate: per quanto una persona possa fare esperienze pazzesche, surreali, incredibili, non potrà mai essere qualcun'altro, se non, appunto, attraverso la mediazione di una storia narrata.
Certo, è un meccanismo che si potrebbe produrre anche attraverso i film, ma non è la stessa cosa. Un film dura due, tre ore al massimo, e durante la visione ci sono mille elementi che ci possono distrarre, ricordandoci dove siamo, con chi siamo, eccetera.
Un libro invece richiede più concentrazione e tempi lunghi, anche fatica, se vogliamo: leggere un libro è un investimento, a ben vedere. Se riusciamo, però, a lasciarci coinvolgere, ecco che si apre una porta su un piccolo grande mondo, totalmente nuovo.

Rubando una definizione coniata da qualcuno molto più intelligente e celebre di me, possiamo dire che si tratta di educazione sentimentale: provando a metterci "nei panni di" altri individui, diversi da noi per sesso, età, nazionalità, epoca, possiamo aspirare ad una visione sempre imperfetta, ma magari un po' più completa, di ciò che ci circonda. Possiamo persino riuscire a capire meglio i sentimenti e i pensieri delle persone che ci sono vicine, proprio perchè ci siamo allenati coi personaggi delle storie che abbiamo letto.

Leggere, inoltre, ci aiuta ad essere meno egocentrici, ne sono convinta. Se non impareremo ad immedesimarci con altri personaggi, reali o fittizi che siano, continueremo a pensare, sbagliando, che il mondo sia solo ed esclusivamente come lo vediamo noi; continueremo a ritenere di avere sempre ragione, e resteremo convinti del fatto che il nostro modo di vedere la vita sia l'unico possibile.

2 commenti:

  1. Ciao ZaBetta, come stai?
    Una vita che non ci vediamo, ma ogni tanto visito il tuo blog e posso dirti una cosa?
    Ultimamente lo leggo con molta più passione e piacere degli inizi.
    Non che agli inizi non fosse meritevole, ma adesso non so... mi pare che la ZaBetta sia entrata in una fase matura come bloggara.
    Bello, complimenti!
    Un bacio,

    Laura

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  2. sto diventando una bimba grande... eheh!
    come stai?
    un abbraccio grande!!!!!

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