mercoledì 24 agosto 2011

Andalusia part 2!

Sevilla (o Siviglia, per gli amici), ci accoglie con circa 35 gradi all’ombra, anche se, devo ammettere, è un caldo piuttosto tollerabile… (Ogni riferimento alle attuali, invivibili, condizioni meteo di Milano beach è totalmente casuale…)



Qui abbiamo alloggiato alla Pension Alameda, che si trova alla Alameda de Hercules, a 10 minuti a piedi dal centro, una piazza piena di locali e ristoranti; la stanza era veramente bella, dotata di tutto, e l’abbiamo pagata in totale 70 euro (2 persone per 2 notti) anziché 160… I vantaggi della prenotazione con 5 mesi d’anticipo!! (E pensare che qualcuno ci prendeva in giro…!) L’unico problema è stato cambiare i canali della tv, visto che era sintonizzata solo e unicamente sul canale della Giornata Mondiale della Gioventù: ci siamo beccate il programma di due suorine che cucinavano il minestrone…per un’ora! Poi però abbiamo vinto noi (Betta e Ila 1, tecnologia paolotta 0) e siamo tornate alle nostre lezioni di spagnolo con Sex and the City durante il doccia-time…(il diavolo e l’acquasanta, proprio!)


La prima cosa che si nota nel centro si Siviglia è…la puzza di cacca di cavallo: colpa delle classiche carrozzelle per portare a spasso i turisti, con il conseguente olezzo di rose… Passando ad argomenti seri, abbiamo subito visitato la Cattedrale, che è la terza al mondo per grandezza, e la torre della Giralda, il campanile, da cui si vede tutta la città; non si sale grazie ai gradini ma grazie a una strada inclinata, larga abbastanza affinchè ci potessero passare due soldati a cavallo (si vede che ho studiato???). Noi siamo salite più o meno alla velocità del suono, pensando che chiudesse dopo 10 minuti, e invece…ci siamo giocate un polmone a testa per niente.


La perla della giornata è stata “Ma Betta, cosa c’è sul campanile, la parabola?”

Ecco, io Ilaria la amo anche per queste cose!



Oltre alla cattedrale consiglio di visitare i Reales Alcazares, che sono molto più piccoli dei palazzi dell’Alhambra e quindi sono meglio conservati: veramente belli! Noi abbiamo apprezzato soprattutto i giardini, in cui abbiamo fatto la “siesta” di rito. Col tesserino universitario l’ingresso costa 2 euro…niente!


A Siviglia, in verità, le cose da vedere sono soprattutto queste, concentrate nel raggio di pochi metri, e Plaza de España, che è a 15 minuti a piedi dal centro ed è bellissima. Qui abbiamo tentato di fare dei video con risultati a dir poco comici, magari li carico quando Ila me li passa… quando proprio vorrò abolire del tutto lo mia vita sociale!


Durante una delle nostre camminate “andiamo a caso e vediamo cosa troviamo” abbiamo notato un ristorante bellissimo (e buonissimo), che consigliamo caldamente: si chiama S. Marco e si trova in una delle viette dietro la cattedrale. E’ stato ricavato da dei bagni arabi del 1400, una location splendida! Propone cucina italiana e spagnola rivisitata, sembra un locale chic ma i prezzi sono onesti e i camerieri sono simpatici. So che sembra una marchetta pubblicitaria, ma ci è piaciuto talmente tanto che non potevo non parlarne!



A proposito di cibo, a Siviglia fanno dei dolci con la marmellata di zucca che sono la fine del mondo! Ne abbiamo comprati un po’ ma in Italia non è arrivato nemmeno uno… chissà che fine avranno fatto………


Inoltre, durante questa tappa ho decretato che odio Starbucks, profondamente. 4 euro per un espresso che faceva schifo e un caffè freddo che sembrava sciacquatura dei piatti… Mai più!


Dopo due giorni ci lasciamo alle spalle Siviglia (e la sua calura, che intanto è arrivata a 43 gradi!) e ci dirigiamo verso l’ultima tappa: Tarifa!!!

Per chi non lo sapesse, è il punto più meridionale dell’Europa continentale, si trova vicino a Gibilterra, nella parte di costa chiamata Costa de la Luz (mooolto più selvaggia della contigua Costa del Sol); appena fuori dal paese c’è un corridoio di cemento che collega la terraferma all’Isla de Las Palomas: se vi fermate nel mezzo, avrete il Mar Mediterraneo alla vostra sinistra e l’oceano Atlantico alla vostra destra. Aggiungete il fatto che si vede perfettamente la costa del Marocco e… beh, suggestivo, che dite?



Il paese è piccolissimo, ha la classica struttura della cittadina di mare, con le case bianche e le vie strette, ma come si esce dalle mura sembra di stare in California! C’è un grande viale pieno di negozi che affittano attrezzatura da surf, gestiti in genere da inglesi o americani. Ah già, dimenticavo, Tarifa è il paradiso per il kite e il windsurf! La parte più a nord di Playa de los Lances (la lunghissima spiaggia che da’ sull’oceano) è letteralmente invasa da centinaia di surfisti provenienti da tutta Europa; guardare da lontano le vele colorate dei kite nel cielo è uno spettacolo!



Forse proprio grazie alla presenza dei surfisti e alla loro cultura il clima che si respira a Tarifa è molto rilassato, stile “peace&love” versione spagnola… Non c’è il casino di Ibiza e simili, per intenderci, anche se il divertimento non manca, visto che il paese è pieno di locali e le discoteche sono poco fuori città. I negozi sono adorabili, tra vestiti etnici, bigiotteria, prodotti nord africani… Come al solito volevo comprare di tutto, ma ho fatto la brava e mi sono presa solo un foulard, oltre a fare incetta di magliette per fratelli e moroso.


Tornando a parlare di noi intrepide viaggiatrici, non trovando un ostello che ci piacesse, abbiamo affittato un monolocale mooolto carino: anche qui tipica struttura andalusa col cortile interno, sui cui si affacciavano diversi appartamenti. Appena abbiamo messo piede nella “casa” (viste le dimensioni sembrava un po’ l’appartamento del “Ragazzo di campagna”...taaac!) abbiamo avuto la conferma che lì gli anglosassoni la fanno da padroni: in bella mostra in cucina (ovvero di fianco al letto, ovvero a mezzo metro dal bagno) erano allineati tostapane, bollitore elettrico e fornelli elettrici con display touch screen. A proposito di questi ultimi, capire come funzionassero ci è costato una decina di imprecazioni e un po’ di tempo, ma alla fine abbiamo vinto anche stavolta: Betta e Ila 2, tecnologia britannica 0!


A Tarifa, finalmente, dopo mesi e mesi di attesa, abbiamo fatto un po’ di vita da spiaggia: non è stato esattamente come andare a Vieste, ma è bello anche per questo! Anzitutto la spiaggia è lunghissima, più di 3 km se non sbaglio, e tutta rigorosamente libera, come piace a me; in secondo luogo l’acqua dell’oceano è freddissima (ma che scoperta Bettina, eh!) e dulcis in fundo c’è sempre, perennemente vento (anche se ci hanno detto che nei due giorni in cui siamo state noi era particolarmente forte). Il vento di per sé non è un male, visto che non fa soffrire per niente il caldo, ma le frustate di sabbia sulla schiena non sono proprio piacevoli… Dopo 10 minuti netti in spiaggia eravamo completamente “panate”, sabbia ovunque, ma l’abbiamo preso come un trattamento scrub…e infatti ancora adesso abbiamo una pelle morbidissima! Ahaha!


TO BE CONTINUED


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