mercoledì 8 maggio 2013

Inquietudini metropolitane

Migliaia di anni di evoluzione della specie non sono serviti a niente. NIENTE.
L'essere umano è fondamentalmente stupido.
Punto.
Non c'è nulla da fare, non ci sono lauree, programmi educativi, letture formative che possano risolvere la situazione, niente!
E sapete come sono giunta a questa conclusione?
No, non guardando lo spettacolo ridicolo che si è consumato nelle Camere le scorse settimane.
No, non compiendo uno studio di antopo-socio-sarcazzocosa-psicologia.
No, nemmeno leggendo gli sproloqui dei casi umani che popolano il fantabuloso mondo del web.
No.

Mi basta prendere la metropolitana.

Ogni giorno, andata e ritorno, da più di sei anni a questa parte.

Minchia. C'è veramente da perdere la fiducia nel genere umano. Va bene che discendiamo dalle scimmie, ma non è un alibi valido: anzi, forse forse i primati sono meglio di noi.

Partiamo dalle basi. Problemino di logica da primo anno di asilo: Pierino ha un vaso pieno di caramelle rosse, ma vuole riempirlo di caramelle gialle ( ndr: io a dirla tutta 'sto Pierino che faceva la superstar di tutti i problemi di matematica non l'ho mai sopportato tanto... Cioè, ma smettila di fare la primadonna, sempre in mezzo stai... Ma non ce l'hai una vita tua? E poi mangi sempre, ma la finisci?? Poi ci lamentiamo che i bambini diventano obesi... Pierino demmerda, è tutta colpa tua!). 

Torniamo a noi, dicevo: Cosa deve fare quel ciccione di Pierino?
Risposta: PRIMA togliere le caramelle rosse dal vaso e DOPO riempirlo con quelle gialle.
Ci siamo?
Mi seguite?
Facile, no?


E INVECE NO, EVIDENTEMENTE NON è FACILE PER UNA CIPPA!!!

Ma io mi chiedo: se ci arrivate con le caramelle, PERCHè DIAVOLO NON CI ARRIVATE CON DEI CORPI UMANI IN UN VAGONE DELLA METRO?? PERCHè?? EH?? PERCHè??
Perchè la gente nel 2013 ancora non ha capito che PRIMA fai scendere dal treno e POI, una volta che si è svuotato, puoi salire???

Sto esagerando? Forse. Ma alla centesima volta che ti si para davanti alla porta della metro un branco compatto di gente che vuole salire a tutti i costi prima che tu riesca a scendere... Beh, ti vien voglia di avanzare tra la folla roteando una roncola. Arrugginita.

Oppure: gente che corre a perdifiato in mezzo alla folla, travolgendo bambini, anziani, invalidi, stagiste-sfigate-come-la-sottoscritta pur di prendere il treno al volo. Gente che si improvvisa la Fiona May de noantri, batte tutti i record di salto in lungo dalla banchina e si lancia di testa dentro il vagone mentre le porte automatiche si stanno già chiudendo. Gente che si stipa volontariamente in un treno già strapieno in cui la temperatura dell'aria oscilla tra gli 80 e 100 gradi ed impera l'olezzo di ascella-misto cipolle-misto sudore-misto stalla.

Carissimi, vi svelo il quarto segreto di Fatima: passa un'altra metro tra un minuto e mezzo, state sereni per l'amor d'Iddio.

Perchè io non ci credo che siete tutti pendolari e dovete tutti prendere l'ultimo treno della giornata pena il pernottamento in stazione Centrale coi barboni. 
Ecco. 



P.s. per i miei 25 lettori (e sono ottimista): mi hanno fatto notare che i link ai vecchi post non funzionano più, ma anche voi, ammmisci, state sereni! Ho solo cambiato l'indirizzo del blog, che non è più lazabettabonetti.blogspot.com ma la-zabetta.blogspot.com.
I miei sproloqui ci sono ancora tutti. Purtroppo.







mercoledì 17 aprile 2013

Fighedomani

Nuntio vobis, magno cum gaudio, che è giunto il momento: come ogni santissimo anno, a cadenza regolare, da oggi anche per me la parola d'ordine è una e una sola. Anzi, due.

PROVA COSTUME.

Taaa daaaa!!! (Sarebbe auspicabile leggere le prossime 3 righe con tono grave e con QUESTA colonna sonora...)
La Morte Nera.
La Nemica per eccellenza.
La Madre di tutti mali del mondo.

Quest'anno la temo più del solito, visto che nei miei mesi trevigiani ho messo su un po' di zavorra... (A mia discolpa posso dire che lo spritz costa in media 2,50 euro, se ne bevi meno di tre è un affronto...)

Ma non temete, non tutto è perduto: ho ancora due mesi e mezzo. Dieci settimane. Settanta giorni. CE LA POSSO FARE! 
Noi (io e la mia cellulite) ci crediamo. Ci crediamo un sacco.
Da lunedì anche io mi sono idealmente unita alle FIGHEDOMANI, gruppo di sostegno nato tra blogger "serie" (mica sfigatelle come me) che si sono imposte di darsi un tono ed arrivare pronte all'estate. Mangiare sano, bere un sacco (di acqua...) e soprattutto tanta, tanta attività fisica. 
Non farò miracoli, non avrò mai il fisico di Gisele e non rientrerò in quello stramaledetto tubino della laurea triennale, ma almeno posso aspirare a recuperare un minimo di tono... Obbiettivo: tornare ai fasti dell'estate 2011, con un paio di kg in meno, qualche muscolo in più e la sicurezza di non incorrere in una embolia polmonare ogni qualvolta faccio le scale un po' di corsa... (Ironia della sorte: quella, in tutta la mia vita, è stata l'estate in cui ho passato meno giorni in costume da bagno... Mapporc...)

Lunedì, dicevo, carica di buoni propositi e belle speranze, galvanizzata dal caldo e dal sole, ho dato il via alla prima uscita stagionale in bici: gioia e giubilo! Sono andata al mio adorato Parco Nord e ho iniziato a pedalare, pedalare, pedalare... 

Io ADORO andare al parco in bici... Lo faccio spesso, come raccontavo in un un vecchio post. In questo periodo dell'anno, inoltre, la fauna che lo popola tra le 6 e le 8 di sera è fantastica: ci si potrebbe scrivere un trattato di sociologia.
Ci sono i runners indefessi, quelli che d'inverno si alzano alle 5 di mattina per allenarsi prima di andare al lavoro (sì, lo fanno davvero, non è fantascienza: se non ne avessi uno in casa non ci crederei nemmeno io...), ci sono i  ciclisti con tutina, caschetto e bici da corsa (ma per andare al Parco Nord?? Maccelaffai??), ci sono i super palestrati (che si impossessano degli attrezzi del percorso vita per ore, ore e ore e dispensano consigli da personal trainer - assolutamente NON richiesti - a chiunque passi nel raggio di 100 metri), ed infine ci sono i cialtroni. Come me. Ma anche peggio.
Io, con la mia mountan bike scassata, i miei vestiti "100% inchiavabilità" e la musica sparata a tuono nelle orecchie, ho ancora una dignità... Ma loro... LORO...
Gente che corre con le Converse, cinquantenni che riesumano i rollerblade di Hello Kitty dallo scatolone dei giochi dei figli, uomini di mezza età che giacciono sfiniti in mezzo ad un prato invocando la bombola dell'ossigeno...
I miei preferiti, a onor del vero, sono i SuperSeri. Io li guarderei per ore... Dicasi SuperSerio (o anche TipoCheSeLaCrede) quell'affascinante essere umano che, anche per farsi una corsetta ad minchiam, ha un programma dettagliatissimo di allenamento; il vero S.S., the one and the only, si prende le pulsazioni ogni 10 minuti, calcola in un nano secondo il proprio dispendio energetico della giornata, sa perfettamente quante calorie ha ingerito a colazione, pranzo e alla festa di cresima del nipote della settimana prima, è abbonato a tutte le riviste di running del globo terracqueo, passa le nottate davanti al pc a vedere le repliche delle maratone di New York.... ma poi, per fare il tragitto casa-parco, prende la macchina. Oh yes.
Comunque, nel mio piccolo, anche io ho un programma d'allenamento: si chiama Pedala finché ce n'è ma quando inizi a vedere la Madonna magari fermati. NB: le divinità minori non valgono per cui non fare la furba e continua a pedalare, CHIATTONA!.
Funziona. 
Magari lo brevetto...






sabato 30 marzo 2013

Cronaca di un'influenza canadese

E' finita la prima fase del master, sono stata una settimana a Toronto, ho ri-traslocato a Sesto Beach e ho iniziato lo stage in Lega Volley femminile.
Potrei raccontare un milione di cose, viste, fatte, sentite...
E invece no.
Vi parlerò dell'unico souvenir che mi sono portata a casa dal Canada, compagno fedele di quest'ultimo mese: l'influenza.

Giorno 1. Ancora intontita dalle 8 ore di volo in cui non ho chiuso occhio manco per sbaglio, mi bullo del fatto di poter dire urbi et orbi "c'ho il jet-lag!!!" come lagggente che conta e non mi rendo conto dei sintomi di peste bubbonica che sto covando.

Giorno 2. Ancora sulla scia dell'entusiasmo di cui sopra, continuo ad ignorare i sintomi e faccio il trasloco Treviso-Sesto in magliettina e golfino, all'alba del 28 febbraio. Il tempo di arrivare a casa e farmi una doccia e pronuncio la fatidica frase: "non mi sento tanto bene..."

Giorno 3. Vegeto sul divano in stato di coma vigile, da cui riemergo solo ed unicamente per andare a tagliarmi i capelli, dietro insistenza di Madre.
Evidentemente posseduta dai germi che ho in corpo e priva della benché minima capacità di discernimento, prendo due decisioni tragiche: 1) tagliare di una decina di centimetri le mie lunghe chiome, visto che ormai ospitano da mesi la sagra della doppia punta; 2) farmi la frangia, convinta (non so in base a cosa) che sia più comoda da tenere in ordine.
Con l'ultimo barlume di lucidità che mi resta dico al parrucchiere "mi raccomando, una frangia LEGGERA, non farmi sembrare una scodella...", poi mi riaccascio sulla poltrona in stato influenzal-catatonico fino alla fine della seduta, non curandomi minimamente di cosa stia accadendo alla mia testa.
Ebbene, appena è svanito l'effetto della piega "profescional" che mi rendeva anche discretamente carina, ho realizzato di somigliare in maniera imbarazzante ai funghi di Super Mario Bros. (Conosco gente che si è ritirata a vivere in eremo per molto meno... Io ho represso le mie voglie omicide nei confronti degli hair stylist del mondo intero e ho iniziato pazientemente ad aspettare che ricrescessero... Da subito!)



Giorno 6. Sempre peggio. Naso che cola incessantemente e colpi di tosse ogni 15/20 secondi: nel giro di 5 minuti riesco a farmi odiare da chiunque mi stia vicino. Le vecchie in metropolitana pur di non sedersi vicino a me stanno in piedi, per dire.

Giorno 8. A furia di soffiarmi il naso ho la pelle disintegrata. Credo mi sia rimasto un solo strato di epidermide: sotto, la carne viva. Giro con 3 pacchetti di fazzoletti in borsa, ma medito di passare direttamente al rotolo di carta igienica.
Madre minaccia di diseredarmi se non mi decido a prendere l'antibiotico, ma io, stoica, resisto ai progressi della medicina moderna, convinta di potermi curare grazie a litrate di spremuta d'arancia e fumenti. Bicarbonato mon amour.

Giorno 10. Ho una pelle orrenda: colorito tendente al verdognolo ma naso fuxia acceso. Occhi lacrimanti, raspino perenne in gola, dolori diffusi come dopo un allenamento di rugby. 
Piove da giorni e l'umidità fa sembrare ancora più osceni i miei già terribili capelli. Non so se sia l'influenza o la stanchezza accumulata nel corso dei mesi ("work hard, party harder", e chi vuole capire capisce...) ma sembro veramente uno zombie. 
Voglio mori'. 

Giorno 15. Timidi segnali di miglioramento. Ora respiro. Da una narice sola, ma sono dettagli. Forse arrivo a mangiare la colomba.

Giorno 20. I capelli sono abbastanza lunghi da poter eliminare la frangia e spostarli di lato: ora ho i ciuffetti che fanno tanto anni '90, ma almeno non mi viene da cantare "sono un fungo uacciuà, velenoso uacciuà..." tutte le volte che mi guardo allo specchio...
C'è speranza.


sabato 26 gennaio 2013

Dannati telefilm...

Sono le 2 passate di notte, non riesco a dormire e ho passato la serata nel mio letto, col pc sulle gambe, a vedere serie televisive.
Maledetti telefilm.
Dovevano essere solo due puntate. 
Le ultime due puntate dei miei telefilm preferiti.
Poi però sono diventate 3, 4... ho anche iniziato una nuova serie, maledizione.
Tutto ciò a cui riesco a pensare, in questa notte in cui i ricordi e i pensieri si susseguono senza sosta impedendomi di prendere sonno, è che la vita, purtroppo o per fortuna, non assomiglia per nulla ad un telefilm.
Perchè se ti trasferisci in una sperduta città di provincia, la prima persona che incontri non è un avvocato bello come il sole, ironico e gentiluomo che ti da un passaggio in macchina, con cui al 99,9% avrai una romantica quanto travagliata storia d'amore nei mesi a venire: no, al massimo incontri l'edicolante che ti vende il biglietto dell'autobus barando sul resto, tra un cristone e un'imprecazione.
Perchè la mattina non ti svegli già truccata e splendente, ma hai un colorito giallastro molto poco sano e i capelli arruffati tipo It Addams. Se invece sei andata a letto ancora truccata dalla sera prima (perchè ammettiamolo: struccarsi è una rottura di palle!), scordati di avere il mascara semplicemente un po' sbavato sotto gli occhi, con quell'effetto pseudo-dark che fa addirittura tendenza: no cara, come minimo tu sembri un orsetto lavatore, e la federa del tuo cuscino sembra una versione a colori della Sacra Sindone.
Perchè se ti vesti alla cazzo di cane per andare a buttare la spazzatura non risulti comunque oltremodo figa, ma sembri il solito cesso ambulante (solo che stavolta sei vestita alla cazzo di cane, appunto). E perchè, oltretutto, se esci la sera per andare a buttare la spazzatura, non ti fermi sul vialetto di casa a chiacchierare amorevolmente col tuo vicino, che ti svela tutti i segreti del suo cuore, ti aiuta a risolvere l'enigma che attanaglia il quartiere da mesi e persino il terzo segreto di Fatima: no, al massimo incontri la vecchietta del terzo piano che ti guarda in cagnesco augurandoti silenziosamente la morte, e tutto solo perchè tua padre, all'ultima riunione di condominio, le ha più o meno dato della "vecchia stronza".
Ma soprattutto...
Nel mondo reale le persone non riescono mai a spiegare quello che pensano in maniera lineare, chiara e perfetta, non ti stupiscono con effetti speciali e non dicono mai la cosa giusta al momento giusto.
Nel mondo reale gli atteggiamenti di una persona non hanno mai una spiegazione univoca: uno sguardo può voler dire duecento cose diverse... o forse non vuole dire nulla.
Nel mondo reale una persona non butta all'aria i piani di una vita per inseguire una passione, un'idea, un'avventura.
La cosa peggiore di tutte, però, è che la vita reale non può essere registrata su un dvd: non puoi rivedere una puntata che ti è piaciuta, e non puoi nemmeno tornare su una scena che al momento non avevi compreso. Quel bacio, quella battuta, quell'inquadratura perfetta non tornano più, e non si può nemmeno schiacciare il tasto "pausa" per fermarsi un attimo e tentare di capire in che direzione si sta andando.
E' come in un lungo piano-sequenza.
Quel che è fatto è fatto, buona la prima.

lunedì 24 dicembre 2012

Christmas with the yours...

Sono tre mesi che non scrivo nulla.. Chiedo venia, ma il mio Master mi assorbe tempo ed energie, e la sera non ho nemmeno le facoltà mentali necessarie per coniugare i tempi verbali, figuriamoci scrivere un post!
Diciamo che da ottobre ad oggi sono stata praticamente in apnea...
Anzi, in un frullatore.
O meglio ancora, in apnea in un frullatore.
Tante cose da fare e da imparare, scadenze che si accavallano, mmmille persone intorno a cui dar retta, una casa che sembra un porto di mare, le prime manie da casalinga disperata che (ahimè) iniziano ad impossessarsi della sottoscritta... Insomma, non c'è tempo per annoiarsi, ma nonostante un po' di stanchezza fisiologica sono contenta, sto bene e inizio a sentirmi un po' "a casa" anche nel profondo nord-est...
Userò queste vacanze di Natale per riposarmi e per stare un po' con gli amici e la famigggghia, che qui il tempo è poco e bisogna ottimizzare, razionalizzare, programmare!
Approfitto dunque di questo momento di calma per scrivere: evento più unico che raro in questi giorni, dato che sono "già" sveglia,  Madre non ha ancora detto la fatidica frase "bisognerebbe andare a comprare due cose al supermercato....." (notate bene che è il 24 dicembre e che per entrare all'Esselunga servono elmetto e sfollagente) e non devo correre come una matta per fare i regali dell'ultima ora (e NON perchè sono stata brava e li ho già fatti, ma perchè quest'anno proprio ME NE SONO LAVATA LE MANI, da persona orrenda quale sono!). Lasciamo stare il fatto che il telefono continua a squillare ininterrottamente da stamattina (e non è mai per me, ovviamente), ma dopo l'esperienza come receptionist gestisco le chiamate in tempi record.
Colgo l'occasione per farvi i miei auguri di Natale, prima che le linee telefoniche si intasino per via delle migliaia di sms, che Whatsapp smetta di funzionare (che novità...) e che la timeline di Facebook venga invasa da frasi e foto tutte uguali...

Tanti auguri a chi mi vuole bene nonostante tutte le mie paturnie, a chi mi apprezza per come sono convivendo col mio caos mentale...
Tanti auguri alla mia numerosa, rumorosa, caotica famiggghia, e tanti auguri ai miei amici vicini e lontani, vecchi e nuovi, perchè almeno a Natale posso dirvi che vi voglio bene senza sembrare troppo smielata...
Auguri alle persone col cuore di panna e a chi, invece, ha il cuore di ghisa, o almeno così dice...
Auguri a chi dice che l'amore non esiste (soprattutto dopo il terzo spritz) e a chi, come la sottoscritta, si innamora ogni quarto d'ora...
Auguri a chi affronta la vita con un sorriso, a chi vive nell'ansia e a chi è sempre di corsa anche se non si capisce bene dove stia andando.
Auguri a chi ha le idee chiare sul futuro, e auguri anche a chi non ha chiaro proprio un bel niente...
Auguri a chi sta lavorando durante le feste, e auguri a chi gode il meritato relax.
Auguri a chi lotta da stamattina contro l'anatra ripiena, i cannelloni, i panzerotti, i maledetti ravioli fatti in casa che sembrano moltiplicarsi nella notte... e a chi invece "cazzomene, vado al ristorante!".
Auguri a chi si sta mettendo in ghingheri e auguri a chi vorrebbe passare le feste in tuta, come me medesima...
Auguri a chi festeggia al caldo, a chi si trova già tra la neve, a chi invece guarda fuori dalla finestra e vede il grigio delle città...ma grazie alla lucine colorate, si affronta anche quello!
Auguri a chi troverà sotto l'albero un regalo desiderato da tanto, a chi riceverà il solito bagnoschiuma/sciarpa/maglione con le renne/cesto natalizio e a chi invece verrà sorpreso con tanto di effetti speciali... (NIENTE auguri a chi invece ricicla i regali ma non ne è capace... cribbio, certe cose vanno fatte con metodo, m-e-t-o-d-o! Principianti....)
Auguri a chi stasera andrà a Messa, con la panza piena e un principio di abbiocco, e auguri anche a chi starà a casa a sfondarsi di spumante e panettone con gli amici (io, per la cronaca, farò entrambe le cose...ormai sono cintura nera di Notti di Natale...).
Auguri a tutti, ma veramente tutti...
Si dice che a Natale si è tutti più buoni... beh, se proprio non ce la fate ad essere buoni, provate almeno ad essere meno rompipalle del solito!

Love u!



lunedì 29 ottobre 2012

...e i pensieri del sabato sera...


Treviso, sabato sera. Dopo una settimana piena e una giornata “intensamente divertente”, sono sola nella “mia” casetta, col pc sulle gambe e la coperta avvolta addosso, a lottare col raffreddore e col mal di gola che ha deciso di farmi visita. Dovrei studiare, lo so, ma stasera proprio non ce la feis…

Ho visto un film, ho frignato senza dignità di fronte alle storie d’amore e di vita altrui, e mi sono poi messa a rileggere delle vecchie cose che avevo scritto anni fa, che casualmente avevo sul pc… mi è capitato sotto gli occhi un pezzo del 2008 e… beh, devo dire che me la cavavo con le parole!

Avevo scritto un resoconto delle mie giornate, delle corse quotidiane tra università, Centro Essere, scout, amici… e avevo concluso con una riflessione che, ancora adesso, riesce a strapparmi un sorriso e a farmi inumidire gli occhi… La riporto:

 

“…nonostante questo però sono felice, davvero, perchè riesco a godere delle piccole gioie che la mia quotidianità mi riserva: la gente di solito tende a sminuirle, aspettando che accada chissà quale avvenimento epocale per poter dire di essere "felice"...e ovviamente non succede mai nulla...

io invece ho deciso di dar loro il peso che meritano: c'è una poesia che mi piace un sacco che inizia così

 

E crescendo impari che la felicità non e' quella delle grandi cose.
Non e' quella che si insegue a vent'anni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi...
La felicità non e' quella che affanosamente si insegue credendo che l'amore sia tutto o niente,...
non e' quella delle emozioni forti che fanno il "botto" e che esplodono fuori con tuoni spettacolari...,
la felicità non e' quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.
Crescendo impari che la felicità e' fatta di cose piccole ma preziose....

 

io non avrei saputo esprimere meglio quello che penso...io sono felice quando esco con le mie amiche Galline, quando ridiamo per delle scemenze e quando parliamo di cose serie...

sono felice quando vedo la mia famiglia riunita e penso che, forse, il peggio è passato...sono felice se penso alle nuove amicizie e alle persone che poco a poco stanno diventando speciali...

sono felice quando apro il freezer e trovo i gelati, quando spadello per un pomeriggio intero e mi sento dire che il cous cous che ho cucinato è buono, quando riesco a studiare "bene", quando guardo una partita di rugby, anche se la mia squadra perde e se non mettono in campo i miei "amichetti"... sono felice anche alla mattina appena sveglia, quando la radio passa gli AC DC e io mi lavo cantando a squarciagola "It's a long Way to the top" inventando la metà delle parole...

sono felice per una maglietta nuova, per un tramonto, per un bel film, per una chiacchierata sincera, per un album di vecchie foto, per la weiss media a meno di 3 euro il mercoledì....sono felice quando mi accorgo che lui mi guarda e... sì, sono felice anche quando non riesco a parlargli, perché vuol dire che mi piace davvero...

sono felice, quando penso che finalmente ho chiuso con le stampelle, le operazioni, le visite...sono felice se trovo il coraggio di mettermi un paio di pantaloncini corti dopo anni di jeans e gonne lunghe, se finalmente me ne frego di quello che possono pensare gli altri...

sono felice anche adesso, perchè sono soddisfatta di quello che ho scritto, anche se avrei dovuto usare questo tempo per ripassare filologia....

 

"...E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità."

 

Non ero malaccio, no?
 

 

sabato 15 settembre 2012

Ritorni e partenze

Dopo un'estate da zingara in giro per l'Italia, tra festeggiamenti di laurea e compleanno, nuovi amici, sole, mare, cibo (tanto cibo!), montagne, gite cultural-motociclistiche e pensieri sul futuro, sono tornata alla base, ormai tre settimane or sono.
Piccolo momento autocelebrativo: sono stata in viaggio un mese portandomi solo un bagaglio a mano. Oh yeah... Stavolta però ho lasciato a casa Ugo (il mio fidatissimo zaino) e ho preferito usare un trolley, perchè "ormai sei laureata, sei grande, devi smetterla di comportarti come un maschiaccio" e bla bla bla...insomma, a 'sto giro Madre non me l'avrebbe perdonata! 
Comunque sia, la mia permanenza a casa sarà piuttosto ridotta, dato che tra qualche giorno partirò alla volta di Treviso, per frequentare il master in Strategie di business per lo sport a cui puntavo da tempo. Ebbene sì, mi hanno presa. E mo' sono cavoli loro, mi verrebbe da aggiungere...
Cretinate a parte, sono veramente felice di intraprendere questa nuova avventura; entusiasmo? Tanto.
Paura? Un po'.
Confesso di aver avuto qualche piccolo momento di ansia, e di aver avvertito un po' di senso di inadeguatezza... 
Come me la caverò a vivere lontana da casa per così tanto tempo? 
Avrò difficoltà coi corsi, avendo avuto una formazione umanistica?
Come saranno i compagni di corso? Saranno tutti dei mega-atleti e/o dei giovani manager rampanti e io farò la figura del Calimero della situazione?
Ma soprattutto: come farò a stare senza i miei amicici e i miei fratelli? E Madre e Baffino? 
Poi però mi sono data della cretina (ve l'ho mai detto che sospetto di essere bipolare??), ho cestinato tutti i possibili pensieri negativi e ho pensato solo che dovrò trarre il massimo da quest'esperienza, a livello di formazione ma anche, e soprattutto, a livello umano.
Sulla carta parto svantaggiata per una serie di motivi che non sto ad elencare ma, detto francamente, chi se ne frega: non è una gara, io vado lì per me stessa, per imparare cose nuove e per conoscere persone stimolanti, punto e stop. 
Me lo riprometto da sempre, ma ora è veramente giunto il momento di farlo: spengo la sezione del mio cervello incaricata di farmi venire le paranoie e mi butto nella mischia. 
Quel che sarà sarà.
Se voglio crescere devo uscire dalla mia "comfort zone", giusto?

Betta

ps. Blogger dice che La Zabetta è stato visitato più di 4000 volte... O è impazzito, o nel mondo ci sono molte più persone a conoscenza delle mie turbe mentali di quanto pensassi...